Open Fiber al lavoro per la fibra ottica «Ma non raggiungerà tutte le frazioni»
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Questa mattina alle 10 il municipio di Longarone ospita una giovane laureanda, Gigliola De Biasi, che deve discutere la tesi di laurea da remoto. Perché non lo fa da casa sua, nella frazione di Podenzoi? Perché lì non c’è un collegamento internet. La giovane universitaria ha chiesto aiuto al sindaco di Longarone, Roberto Padrin: «Ho messo volentieri a disposizione la sala giunta che proprio di recente è stata allestita, grazie anche al Consorzio Bim, con le attrezzature necessarie per effettuare videoconferenze». O nel caso di questa mattina, per portare a termine un corso di laurea con la discussione della tesi.
Non è un caso raro, quello di Longarone, in questi tempi di Covid. Da martedì il sindaco di Val di Zoldo, Camillo De Pellegrin, ospita in municipio due ragazzi, una studentessa di terza media e un alunno delle elementari, che non possono seguire le lezioni da casa per mancanza di copertura. Finora tutti i tentativi sono andati a vuoto e i ragazzi continuano a frequentare il municipio: «Oggi torniamo alla carica», promette il sindaco, «c’è un diritto allo studio che va salvaguardato». La famiglia dei due ragazzi abita a Foppa, verso il Passo Duran, paga bollette regolari ma non ha la connessione.
Un problema, quello di una provincia con internet scadente, che si trascina da tempo. Ma ora le cose sembra che stiano per cambiare. La società Open Fiber (50 per cento dell’Enel) ha vinto un bando nazionale per portare in Italia la fibra ottica e quindi internet veloce. Nel Bellunese sono già partiti molti cantieri, alcuni già conclusi. Ma non si riuscirà ad arrivare dappertutto. Non a Podenzoi, ad esempio, come pure a Olantreghe e Soffranco, tre frazioni del Comune di Longarone.
«I tecnici di Open fiber hanno iniziato la posa della fibra ottica a Longarone. Hanno già coperto Dogna, Provagna, Fortogna, Castellavazzo e il centro. I lavori saranno completati entro l’anno», spiega ancora il sindaco Padrin. Gli abitanti delle tre frazioni rimaste escluse hanno protestato. «Siamo riusciti a risolvere altri piccoli problemi, come Pascoli a Codissago. Come Comune abbiamo dato la disponibilità a mettere una quota di finanziamento per coprire anche le frazioni adesso escluse». Come appunto Podenzoi.
Problemi simili stanno emergendo man mano che i progetti di Open fiber diventano noti. La Valle di San Lucano, comune di Taibon, non sarà coperta, ma il sindaco Silvia Tormen ha annunciato che saranno utilizzati soldi comunali. A Falcade ci sono state proteste da parte degli abitanti di Tabiadon di Val e di Valt, che si trovano tagliati fuori.
In Val di Zoldo, spiega il sindaco De Pellegrin, l’interramento della fibra ottica dovrebbe concludersi entro novembre: «Tutta la valle sarà raggiunta, dove non si potrà arrivare fisicamente con la rete, ci sarà un collegamento via radio, ad esempio per le case sparse o le piccole frazioni».
Per far arrivare l’internet veloce in tutto il Bellunese, anche nei posti più lontani e disagiati che i finanziamenti nazionali non riescono a coprire, si potrebbero utilizzare i Fondi dei comuni di confine, di cui si sta discutendo ora la futura programmazione. Padrin non lo esclude: «Ci sono risorse importanti da gestire, devono servire a migliorare la qualità della vita». E dare forse prospettive diverse a una provincia sull’orlo del baratro.—
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