Oltre venti milioni di euro investiti nei quindici comuni del Parco Dolomiti Bellunesi

Sono stati realizzati interventi su malghe, rifugi, sentieri. Molta educazione ambientale per i giovani e l’impegno del campo della ricerca

BELLUNO. Interventi su malghe, rifugi e sentieristica, educazione ambientale a vari livelli, impegno nel campo della ricerca. Uno degli ultimi traguardi l’inaugurazione, tre anni fa, del museo naturalistico in piazza Piloni.

«Nei 25 anni di storia del Parco c’è una raccolta di progetti concreti e non solo enunciazioni di principio sulla funzione delle aree protette», sottolinea il direttore Antonio Andrich, in carica dal 2014. «Dal 1993 a oggi sono stati investiti nel territorio almeno 20-22 milioni di euro, distribuiti tra i quindici comuni che fanno parte del Parco. Più della metà delle risorse è servita per recupero e sistemazione di edifici, strutture e arredi; 3 milioni per sentieristica e viabilità; altrettanti per la riqualificazione ambientale».

All’interno della cifra complessiva rientrano anche i 2 milioni di euro destinati alle malghe in quota (Erera Brendol, Vette Grandi, Pramper, Pian dei Fioch, Casera dei Boschi, Palughet), oltre a finanziamenti e cofinanziamenti per interventi sui bivacchi, i sei rifugi del Cai. Proprio con quest’ultimo è attiva una convenzione per mettere a disposizione delle sezioni contributi utili a lavori di manutenzione straordinaria. «Gli investimenti hanno riguardato negli anni anche i punti informativi, oltre ai quattro “sentieri natura” e i sei “sentieri tematici”», continua Andrich, ricordando le numerose strutture di proprietà del Parco gestite tramite enti terzi: solo per citarne alcune, tre centri visitatori, il giardino botanico della Valle del Mis, le aree ristoro, le due foresterie, il centro di educazione ambientale in Val Canzoi.

«La sfida per il futuro è veder crescere disponibilità e passione di soggetti territoriali che gestiscano le nostre strutture», aggiunge il direttore. «L’obiettivo è garantire una continuità, che purtroppo oggi manca. Sono in corso anche ragionamenti per il museo naturalistico di piazza Piloni, a Belluno, vicino al Piero Rossi».

Grande l’impegno sul fronte dell’educazione ambientale: ogni anno sono 3 mila gli studenti coinvolti nel progetto “A scuola nel Parco”. C’è poi l’ormai storica “Carta Qualità”, valore aggiunto per le imprese agricole, turistiche e artigianali che si trovano nell’area, e che ora sta evolvendo nella Carta europea per il turismo sostenibile. «Il Parco fa parte della “Rete Natura 2000”, che prevede i Siti i interesse comunitario (Sic) e le Zone di protezione speciale (Zps)», spiega.

«Rientriamo inoltre nel “sistema 3”, uno dei 9 totali delle Dolomiti Unesco. Non dimentichiamo poi le certificazioni, tra cui la Carta europea del turismo sostenibile, ottenuta nel 2015. Si aggiunge il ricco patrimonio di raccolte e collane editoriali, come “Rapporti”, “Studi e ricerche”, “Frammenti”, questa una coproduzione con Provincia e Parco Dolomiti d’Ampezzo». —

Martina Reolon.

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