Nuove idee su come ridurre i tempi

Populin: meno fermate tra Venezia e Calalzo e una variante a Ponte nelle Alpi, scelta problematica
Interpress/ Gf:Tagliapietra. Venezia, 31.03.2016.- IUAV Tolentini. Convegno, Nuova ferrovia delle Dolomiti.
Interpress/ Gf:Tagliapietra. Venezia, 31.03.2016.- IUAV Tolentini. Convegno, Nuova ferrovia delle Dolomiti.

BELLUNO. Oggi, per salire da Venezia a Calalzo il treno impiega 2 ore e 37 minuti. Più di 5 ore di viaggio, tra andata a ritorno, sono decisamente troppe per il turista che vuole trascorrere una giornata sulle Dolomiti; da aggiungere, fra l’altro, oltre un’ora per raggiungere Cortina. Ma come ridurre i tempi? Secondo l'ingegner Gabriele Pupolin non è impossibile, quanto meno è fattibile da subito la riduzione di mezz’ora. Riducendo il numero di fermate, per cui si possono recuperare 15 minuti e con la variante di Ponte nelle Alpi, sforbiciando un altro quarto d’ora.

Il progetto è stato presentato ieri al convegno allo Iuav di Venezia. Gli studi progettuali sono stati illustrati da Carlo Pellegrino, da Claudio Fermani e da Claudio Fabris. La variante di Ponte prevede 3 chilometri di nuovo tracciato autostradale lungo l'autostrada, sul lato est ovviamente, per dar modo ai treni di non dover fare manovre in stazione a Ponte per l'inversione di marcia. Una scelta problematica, che pone la necessità di sistemare altrove la stazione, oppure di fare treni separati per il Cadore, diretti alcuni, strettamente locali gli altri.

Gli studi progettuali predisposti sono molto dettagliati, pongono il problema dell’elettrificazione in galleria (ce ne sono ben 44 fino a Calalzo), con la necessità di abbassare il binario o di alzare la sagoma. Per quanto riguarda poi il treno che non c’è, da Calalzo in avanti, la proposta avanzata ieri esclude la Val Boite, privilegia Auronzo e le Tre Cime di Lavaredo, punta quindi a Cortina e anziché prolungarsi fino a Dobbiaco preferisce collegarsi al treno della Pusteria in quel di Brunico, attraverso San Virgilio di Marebbe, e quindi lambendo la val Badia. Ci sono tratti da 80 km l'ora, altri che possono arrivare fino a 120. Le stazioni? Eccole: Domegge, Lozzo, con 2 binari, Auronzo con 3, le Tre Cime di Lavaredo, all’altezza della Val Marzon, 2 binari, San Marco (soprattutto per la foresta di Somadida), con altri 2 binari, quindi in galleria per 9 km e 800 metri fino ad uscire a monte di San Vito e raggiungere Cortina, che verrebbe attrezzata di 3 binari.

Da Cortina in avanti fino a San Virgilio di Marebbe, ovviamente in galleria e con una stazione intermedia. San Virgilio conterebbe su 3 binari. Da qui in discesa fino a Brunico, con un’altra stazione intermedia. Sarà questo l'orientamento della Regione? Il sindaco di Auronzo, Daniela Larese Filon, in cuor suo coltiva questa ipotesi. Ma ha preferito non pronunciarsi direttamente. Luigi Zanin, funzionario della Regione, intervenuto per conto dell'assessore De Berti, ha precisato che resta in piedi anche l’ipotesi della Val Boite e che si deciderà entro settembre. Val Boite, però, non significa cancellare la pista ciclabile per tornare a farvi correre il treno. Si andrà dall'altra parte della montagna, fra l'altro per evitare le frane. (fdm)

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