Nuova domanda per una centrale è la nona sul territorio di Taibon

TAIBON. L'acqua agordina continua a far gola ai privati. Il 20 aprile sul Bur regionale è stata infatti pubblicata una nuova istanza per la derivazione dell'acqua a scopi idroelettrici in Comune di Taibon. Dopo Corpassa e Tegnas questa volta tocca al Cordevole. La ditta Fernando Garbin Wks Energia Srl di Dolo, nel Veneziano, ha infatti chiesto la concessione di derivare dallo scarico della centrale Enel Green Power Spa in Comune di Taibon, a quota 601,50 metri, moduli massimi 16 (litri al secondo 1600) e medi 15 (litri al secondo 1500) di acqua, per produrre sul salto di 4,70 metri la potenza nominale media di 69,16 kiloWatt ad uso idroelettrico, con restituzione nell'opera di presa della centrale Enel Produzione Spa a quota 595,50 metri.
«La richiesta è per costruire una centralina sul Cordevole praticamente al confine tra Taibon e Agordo», spiega il sindaco di Taibon, Loretta Ben, «ci troviamo su terreno demaniale dove c'è lo sbarramento creato da una piccola diga, nei pressi della centrale Domenico Gnech. Se nel caso della richiesta di una centralina sul Tegnas abbiamo scelto di fare una domanda in concorrenza, spendendo circa 10 mila euro, questa volta non possiamo far niente anche perché siamo su terra del Demanio».
La domanda per la centralina sul Cordevole allunga dunque la lista delle centraline funzionanti o che potrebbero funzionare in futuro nel territorio di Taibon. Quella sul Corpassa (in fase di costruzione), quella sul Cordevole tra Listolade e Nogarola (in attesa di risposta), quella sul Tegnas a Col di Pra verso Angheraz (in attesa di perfezionamento della pratica), quelle sul Bordina Alto a Pont-Cascata dell'Infern (opposizione e osservazioni del Comune) e sul Bordina Basso (il Comune ha presentato una domanda in concorrenza, assegnata al Comune), quella sul Tegnas Col di Pra-San Lucano (domanda in concorrenza del Comune), quella ai Vanti (operante, privata), quella comunale a Col di Prà (operante). Con l'ultima sul Cordevole fanno in tutto nove: due funzionanti, una in costruzione, le altre chissà.
«Va bene utilizzare le energie alternative», sbotta Loretta Ben, «però bisogna che al tavolo dove si decide la concessione ci sia il Comune in modo che possa dire la sua. Oggi può solo fare delle osservazioni (e che peso hanno?) o delle domande in concorrenza che però costano parecchio. Non possiamo farci rovinare il territorio da Venezia dove non sanno dov'è o cos'è la Cascata dell'Infern. I privati mirano solo ai vantaggi economici e i Comuni spesso sono alla canna del gas: di fronte al rischio di rovinare certi patrimoni, però, bisogna dire no. E potrebbe dirlo anche la Soprintendenza che ci ha bloccato i lavori al cimitero, ma che consente che a Taibon possano venire realizzate nove centraline. Perché?».
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