Nuova casa di riposo a Longarone la giunta rilancia il progetto

L’assessore Chreyha: «Commissionato uno studio di fattibilità, servirebbero dai 10 ai 12 milioni» Il terreno adatto è stato individuato a Malcolm ma per ora è soggetto a vincolo idrogeologico
LONGARONE . La costruzione di una nuova casa di riposo? L’ipotesi non è mai stata abbandonata dall’amministrazione comunale che sta anzi facendo fare degli studi in proposito. Le strutture del centro servizi Barzan sono ritenute da molti inadeguate e scomode dal punto di vista logistico ma finché erano gestite direttamente da Comune non vi erano molti margini di manovra.


Da due anni però la fondazione della nuova azienda speciale Servizi alla persona Longarone Zoldo ha riaperto le prospettive, sebbene la strada non sia facile. «Abbiamo commissionato ad una ditta specializzata – spiega l’assessore al sociale Ali Chreyha – uno studio di fattibilità per la creazione di una nuova casa di riposo sul nostro territorio. Per l’edificio servirebbero dai 10 ai 12 milioni di euro e un tempo di realizzazione stimato in circa 7 anni. Per quanto riguarda i fondi si potrebbe chiedere aiuto ai privati, senza però compromettere la qualità dei servizi oppure alla Regione con cui abbiamo già parlato e ci sono dei possibili aiuti».


«Servirebbe anche un terreno appropriato – continua l’assessore – individuato nella zona Malcolm che purtroppo, per ora, è soggetta a vincolo idrogeologico. Siamo in attesa che alcuni tecnici incaricati possano declassificare l’area (sbloccando in primis il progetto fermo dell’area camper, ndr). La cosa importante è comunque che stiamo facendo il possibile per l’obiettivo di una nuova casa di riposo tanto che nel 2018 commissioneremo un nuovo studio per avere un altro parere».


La questione era stata nei giorni scorsi oggetto di dibattito con un attacco dell’ex consigliere Celeste Levis che aveva detto: «Il sindaco vuota il sacco e racconta che la nuova casa di riposo a Longarone non si farà. Rimarrà arroccata li dove si trova, infischiandosene degli ospiti e di chi lavora. Tanto meno non sarà attuata la chiusura della Fondazione Vajont per utilizzare il capitale di circa 3 milioni di euro per realizzarla». Era poi seguita la replica della presidente dell’azienda speciale Isabella Lante che ha ribadito parte dei ragionamenti espressi da Chreyha.


Nei giorni scorsi intanto si è chiuso con il segno positivo il bilancio dell’azienda speciale, comprensivo di investimenti per migliorare l’attuale casa di riposo. «Pensando alla statuizione attuale – commenta Chreyha – come Comune stiamo cercando di migliorare la qualità della struttura. Prima di tutto ci sarà l’acquisto di nuovi arredi grazie anche ai 330 mila euro che abbiamo stanziato all’azienda. Poi ci saranno dei corsi di formazione del personale per potenziare le capacità di gestione degli utenti e alcuni lavori interni. Alcune stanze verranno infatti ripensate e si passerà dai 4 ai 2 letti con una serie di interventi che non faranno perdere posti ma ripenseranno gli spazi per un maggiore comfort».


Enrico De Col




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