Notte in baita per dieci persone, a Lozzo in 25 dormono fuori casa

Sorpresi dal nubifragio mentre erano in quota, dieci tra turisti e cadorini sono stati costretti a dormire nelle baite sopra Lozzo e al mattino sono stati recuperati dagli elicotteri impegnati in zona
I danni del maltempo a Lozzo
I danni del maltempo a Lozzo

Una notte in baita e ospitati dai parenti per una trentina di abitanti Lozzo. E' nel paese del centro Cadore che il maltempo di domenica 4 settembre ha scatenato tutta la sua violenza. Il nubifragio ha provocato numerosi smottamenti e l'ingrossamento del rio Rin, che attraversa il centro abitato di Lozzo, tanto da richiedere l'evacuazione, in via precauzionale, di 25 persone, che hanno trascorso la notte da parenti. Altre dieci, invece, sono state recuperate la mattina di lunedì con l'elicottero: si trovavano in alcune baite nella zona di Vialona, domenica sera non hanno potuto scendere a valle perché l'unica strada era stata interrotta da una frana caduta in valle Longiarin.

Questa mattina i vigili del fuoco hanno valutato il da farsi e deciso di elitrasportare le persone in paese. Tre, fra le quali un ottantenne, sono state prelevate con un verricello dall'elicottero Drago 82 dei vigili del fuoco, arrivato da Venezia. Altre cinque sono state portate a valle dal velivolo dell'Elifriulia. Due persone hanno preferito scendere dalle malghe a piedi, accompagnate dai vigili del fuoco.

I pompieri di Pieve di Cadore, Belluno e i volontari di Lozzo sono stati impegnati fin dalla tarda serata di domenica. Per tutta la notte hanno monitorato la frana a Longiarin con una fotoelettrica e questa mattina hanno verificato non ci fossero altre persone nelle abitazioni a monte dello smottamento.

Maltempo a Lozzo, i salvatori arrivano dal cielo

A Rio Gere (Cortina), invece, la frana caduta domenica sera aveva costretto a chiudere la strada che collega la Conca ampezzana con Misurina, ma in un paio d'ore il materiale è stato rimosso e la carreggiata è stata riaperta al transito. Questa mattina si è operato con le ruspe per togliere i sassi e la ghiaia che si erano accumulati sotto al ponte.

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