North East Service, le guardie giurate si sono dimezzate

BELLUNO. Da otto a quattro dipendenti. È sempre più insostenibile la situazione lavorativa per i dipendenti bellunesi della North East Service (Nes), l’istituto di vigilanza trevigiano legato a Luigi...

BELLUNO. Da otto a quattro dipendenti. È sempre più insostenibile la situazione lavorativa per i dipendenti bellunesi della North East Service (Nes), l’istituto di vigilanza trevigiano legato a Luigi Compiano.

Una parte dei lavoratori ha preferito andarsene, trovando un posto più sicuro in qualche altra società. Quelli rimasti devono sobbarcarsi, quindi, carichi ancora più pesanti, dovendo in quattro dividersi l’intero territorio provinciale. Praticamente, una singola guardia si può trovare a coprire zone molto distanti tra loro, che vanno dalla Valbelluna al Cadore o Comelico, con quello che tutto ciò comporta. Turni estenuanti, per un impiego che richiede invece la massima concentrazione e velocità. Una situazione che, come si capisce, inizia a diventare allarmante e preoccupante.

Qualche mese fa la Nes aveva annunciato che avrebbe mandato dei rinforzi dal Trevigiano: un paio di persone sono arrivate, ma si è creato già un po’ di malumore, dovendo fare su e giù dalla pianura tutti i giorni. A rischio potrebbero essere anche le ferie dei vigilanti, che devono comunque garantire il servizio.

«Siamo a conoscenza di questa vicenda», precisa Stefano Calvi, segretario della Fisascat Cisl, «e sappiamo anche che sta diventando troppo pesante per i lavoratori rimasti. Per questo stiamo cercando di sollecitare l’azienda a inviare dei rinforzi da Treviso, dove c’è la sede principale, anche se l’operazione non è così semplice come può sembrare. Non è facile, infatti , neanche per chi viene dal Trevigiano farsi ogni giorno 100 chilometri in andata e altrettanti al ritorno, con la notte in mezzo, per garantire il servizio».

Per questo il segretario della Fisascat vedrebbe come una soluzione possibile che «la Nes di Belluno riuscisse a vendere il ramo d’azienda di Belluno a chi è interessato, magari all’interno dello stesso territorio, dove ormai c’è un monopolio di una ditta. Non è infatti pensabile che alla sera una guardia giurata alla sera, se dovesse scattare un allarme a Cortina, debba salire da Belluno. E se poi dovesse scattare un secondo allarme in Valbelluna? Insomma, una situazione critica che necessita di una soluzione al più presto. Perché non si sa fino a quando potranno resistere i dipendenti».

Paola Dall’Anese

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