«Non si punta un coltello alla gola di un’ex collega»

La commessa racconta il faccia a faccia col rapinatore del Crai di Nogarè «Se avessi saputo che era lui, gli avrei dato una rata di botte»
Interviste al Crai dopo la rapina
Interviste al Crai dopo la rapina

BELLUNO

«Se l’avessi avuto davanti, gli avrei dato una rata di botte, perchè con una ex collega non ci si comporta così, non la si spaventa a morte».

A due giorni dalla rapina al Crai Vignato di Nogarè, che sarebbe stata messa a segno dall’ex dipendente Stefano Burigo, 24 anni, Nora Pacifici, la commessa che si è trovata a tu per tu col rapinatore, racconta ancora scossa quanto avvenuto e ammette: «Come sto? Vedremo stasera quando dovrò chiudere il negozio».

Lo spavento è stato tanto, ma la cosa che più le “brucia” è che «a fare la rapina e a puntarmi un coltello di 20 centimetri sia stato un ex collega», dichiara.

«Era tutto buio», racconta Pacifici, «la mia collega, (Martina Bortoluzzi, ndr), era appena uscita, stavo chiudendo la luce dello stanzino da cui si esce, quando ho sentito un rumore. All’improvviso mi si è parato davanti un uomo con un cappello e un foulard davanti al viso.Aveva in mano un coltello lungo, che mi ha messo davanti al collo, ,tenendolo orizzontale. Mi ha detto “Dammi i soldi”», racconta ancora intimorita la donna.

«Gli ho detto che glieli avrei dati.Con lui mi sono diretta verso il posto dove li avevo appena riposti e glieli ho consegnati. Si trattava di mille euro contenuti in un sacchetto del supermercato. Una volta presi, mi ha accompagnato nello stanzino e mi ha detto “Resta qua” e poi se n’è andato».

A questo punto la commessa, impaurita, si è rinchiusa in bagno. «A questo punto sono stata presa da una crisi di panico. Mi sono venuti in mente tutti i film di rapine, quelli che avevo visto tante volte. Un momento davvero brutto. Poi ho iniziato a chiamare l’altro supermercato, ma dalla paura continuavo a fare il numero di quello in cui stavo; solo dopo qualche tentativo mi sono accorta dell’errore e ho dato l’allarme».

Per fortuna il titolare Renato Vignato e la polizia sono arrivati quasi subito. «Descrivendo la scena e poi unendo i vari tasselli, dall’altezza del rapinatore al fatto che si muovesse sicuro all’interno del supermercato, gli investigatori sono arrivati al mio ex collega».

Anche la seconda commessa è rimasta stupefatta per quanto avvenuto. «Ero appena andata via, ma nel vicolo, uscendo, ho visto una Polo Volkswagen scura coi fari molto alti che si avvicinava, la stessa auto che aveva il nostro ex collega. Quando sono arrivata a casa, il titolare mi ha chiamato, dicendomi quanto accaduto e di venire a Nogarè. Così abbiamo messo insieme tutti i pezzi del mosaico e siamo arrivati all’ex collega, che aveva lavorato qui per diversi anni», racconta Martina Bortoluzzi.

Oggi dovrebbe tenersi l’udienza di convalida dell’arresto di Burigo; il pm pare intenzionato a chiedere la conferma della custodia cautelare in carcere.

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