«Non ci sono i presupposti per fermare l’allevamento»
LIMANA
Il Comune di Limana ha deciso decide di avvalersi di una ditta specializzata per poter proporre, con il supporto dell’Usl, eventuali misure più efficaci per fronteggiare il problema delle mosche lamentato dai cittadini di Villa.
Anche se non sono state riscontrate “mancanze” da parte dell’allevamento di galline e non tocca dunque al Comune intervenire d’autorità in una questione che semmai i vicini devono affrontare in sedi diverse.
A dirlo è il sindaco Milena De Zanet, rispondendo all’interrogazione dei consiglieri Matteo Troian, Luca De Toffol, Stefania Dalla Cort e Prisca Sponga sulla questione annosa della difficile convivenza tra i residenti di Villa e l’allevamento di galline ovaiole nella frazione, a causa della forte presenza di mosche.
Il gruppo aveva fatto leva sull’ordinanza numero 20 emessa dalla stessa De Zanet nel 2019, la quale obbligava l’azienda ad attuare interventi di disinfestazione e prevenzione, come da richiesta dell’Usl.
De Zanet respinge le eventuali accuse di inerzia, assicurando che l’amministrazione sta affrontando la questione, assieme all’Usl, «per tutto ciò che attiene i possibili aspetti igienico sanitari eventualmente emergenti».
Ma «palesi criticità» tali da giustificare provvedimenti in base alla legge non ce ne sono. La sindaca spiega che la pollina viene smaltita come concime in campi ubicati nei territori dei Comuni di Belluno e Sedico e in accordo di comprensorio, conferendola ad una ditta operante in provincia di Verona.
L’installazione di barriere anti mosche alle finestre è inoltre del tutto incompatibile con i protocolli previsti per le aziende soggette ai controlli degli organismi certificatori bio.
«Non sono state rilevate “mancanze” da parte della ditta nella gestione della propria attività», dice De Zanet, «né da parte di questo Comune, né da parte della Usl, né tanto meno sussiste alcun presupposto giuridico per sospendere l’attività economica come invece si ipotizza nell’interrogazione».
D. D.
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