«Non cederemo i servizi agordini al San Martino»

AGORDO. «Dall’esame della proposta di atto aziendale dell’Usl1, l’ospedale di Agordo perde il servizio di laboratorio analisi, non si menzionano l’unità operativa semplice di Anestesia e Rianimazione,...
AGORDO. «Dall’esame della proposta di atto aziendale dell’Usl1, l’ospedale di Agordo perde il servizio di laboratorio analisi, non si menzionano l’unità operativa semplice di Anestesia e Rianimazione, mentre quella di Chirurgia viene posta sotto il primario di Pieve di Cadore. E ciò non va assolutamente bene».


La conclusione è di Leandro Grones, che non è solo sindaco di Fodom, ma anche componente del gruppo di sindaci dell’Agordino che ha il compito di fare da sentinella sulla gestione del servizio sanitario. E che in questi giorni dovrà dire se l’atto aziendale del direttore Adriano Rasi Caldogno è accettabile o meno. Dopo un prima improvvisata apertura, seppur critica, Grones ha utilizzato la giornata domenicale per approfondire e concludere che così proprio non va.


«Tranquillizzato dalle rassicuranti notizie dei giorni scorsi, nel fine settimana ho trovato il tempo di andare a fondo della recente proposta di atto aziendale dell’Usl e la tranquillità iniziale ben presto si è trasformata in rabbia. Dico soltanto che un ospedale non può non disporre di un tecnico di laboratorio che esegua le analisi di routine, che sono cosa ben diversa di quelle specialistiche che si possono invece eseguire altrove. È un servizio essenziale, non particolarmente oneroso, peraltro previsto come “conditio sine qua non” per il finanziamento, da parte dei Comuni Agordini con fondi dei Comuni di confine, dei lavori per il nuovo Pronto Soccorso. Quindi, niente laboratorio analisi, niente finanziamento».


Riguardo alla chirurgia, Grones sottolinea che «il modello fin qui adottato, quello che prevede che equipe mediche salgano da Bellimp per eseguire interventi programmati, funziona bene e non vedo quindi perché debba essere cambiato. Dietro la “reunion” con Pieve (cosa per altro prevista dalle schede ospedaliere in vigore), potrebbe nascondersi l’idea di sopprimere, prima o poi, le Chirurgie di Agordo e di Pieve per concentrare tutto a Belluno. Non se ne parla nemmeno», sbotta il sindaco di Livinallongo.


«Male, molto male, quindi, per le attività chirurgiche di Ortopedia e Chirurgia, attualmente ben funzionanti. Agordo dispone di sale operatorie eccellenti, attrezzatura medica di prim’ordine e reparti nuovissimi, non è quindi sostenibile né comprensibile tale proposta».


Nei prossimi giorni i sindaci del gruppo ristretto approfondiranno nel dettaglio l’atto aziendale proposto al fine di una sua più compiuta valutazione. Ma una cosa è certa, «non passeranno gli atti che canalizzano i servizi dell’ospedale di Agordo a Belluno», sentenzia il sindaco e con lui sembrano essere d’accordo numerosi colleghi, a cominciare da quelli di Agordo e Taibon. Sisto Da Roit sostiene che l’ospedale cittadino è in progressiva spogliazione, mentre andrebbe addirittura rilanciato con nuove specialità.
(fdm)


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