No al Collegamento Arabba-Cortina ma la Legge olimpica spaventa i fodomi

Il comitato: «Il decreto legge cancella norme e vincoli». Progetto inesistente, ipotizzati 4 impianti e piste in piano

LIVINALLONGO. «Amministrazioni sempre contrarie al progetto, ma ora la paura è che la Legge olimpica permetta di bypassare ogni vincolo». Dopo aver spiegato le ragioni del no, sintetizzate in sei punti, alla base della nascita del comitato per il no al collegamento sciistico Cortina-Arabba, nella seconda parte della riunione di martedì sera sono stati presentati un excursus storico e alcuni dati in possesso del neo costituito comitato sui vincoli paesaggistici attualmente in vigore per la zona tra il Col di Lana ed il Setsass (qui dovrebbero passare gli impianti) e sulle ipotesi dei possibili tracciati.

«Del progetto se ne parla già dagli anni Settanta», ha spiegato Andrea Crepaz, vice presidente del comitato. «Per questo fu costituita una società che acquistò diversi terreni sulla Montagna di Castello per evitare che privati li vendessero a “foresti”. Crepaz ha ricordato poi come le passate amministrazioni comunali Pezzei e Ruaz, negli ultimi anni, abbiano ribadito, anche con delibere, la netta contrarietà a quel collegamento. Tanto che nel 2012 fu stralciato dal Piano Neve». Decisione condivisa anche dalla Commissione Vas in quanto “eserciterebbe una pressione paesaggistica inaccettabile. «Oltre a questo», ha ricordato ancora, «ci sono il cosiddetto Decreto Scanio e i vincoli di un’area che ricade in zona Zps e Unesco».

Ma con l’assegnazione delle Olimpiadi tutto potrebbe cambiare. È questo il timore del comitato: «Nel dossier di presentazione dei giochi è ripetuta per 168 volte la parola “sostenibilità”», ha continuato. «Ma mi chiedo. Si può definire sostenibile questo progetto? Per i giochi 2026 arriveranno una montagna di soldi e la Legge olimpica appena approvata potrebbe permettere ai promotori di passare sopra a qualsiasi norma».

sostenitori sono tutti da fuori Fodom

Ma chi c’è dietro al progetto? «Dai dati della camera di commercio», ha spiegato ancora Crepaz, «sappiamo che è stata costituita una società ad hoc, la “Società Dolomiti Rete”, con un capitale sociale di 600 mila euro. I soci sono le società degli impianti di Cortina Ista spa con 150 mila euro, Lagazuoi con 50 mila, Alleghe Funivie e Valdizoldo Funivie con 75 mila, Miv srl con 150 mila ed altri soci. Nessuna società del comprensorio di Arabba».

Quattro impianti

e piste in piano

Un progetto concreto ancora sembra non esserci o almeno non è stato ufficializzato. Così il comitato ha elaborato una ortofoto con un possibile e plausibile tracciato che prevederebbe la realizzazione di quattro impianti. Uno dal Falzarego a Malga Castello, senza pista. Il secondo da Malga Castello a Jou de le Omblie ( Sella del Sief ), con una pista di ritorno, e altri due per attraversare la montagna di Corte fino all’Altopiani del Cherz. «Tutte le piste», è stato fatto notare – avrebbero una pendenza non superiore al 4%».

Tanti gli interventi al termine della presentazione, tutti contrari al progetto e di sostegno al comitato. «Ad Arabba non abbiamo bisogno di numeri ma di aumentare la qualità dell’offerta», ha ribadito il sindaco Grones. Fila al banco del comitato alla conclusione della riunione per formare il modulo di adesione al comitato. Modulo che sarà possibile sottoscrivere in Comune, presentando un documento d’identità. —


 

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