Niente tracce e Dna sui francobolli e sulle lettere scritte da Erostrato

Gli esami del Ris di Parma non hanno dato alcun risultato. Battuta d’arresto nelle indagini sull’anonimo mitomane

Erostrato: il Dna non c’è. Nessuna traccia biologica su lettere, buste e francobolli dell’anonimo mitomane di Cesiomaggiore. Gli esami di laboratorio del Ris dei carabinieri di Parma, sul materiale fornito dalla Procura di Belluno, sono del tutto negativi. I militari del reparto investigazioni scientifiche non hanno trovato una goccia di saliva o di altro liquido corporeo, dal quale tirare fuori un profilo genetico, per confrontarlo con quello che i due indagati Nemesio e Samuele Aquini si erano fatti prelevare il 17 marzo con il tampone salivare. Zero assoluto.

Padre e figlio non avevano opposto alcuna resistenza ai carabinieri della Compagnia di Feltre e avevano messo a disposizione le parti interne delle proprie guance. Senza problemi. O i due uomini sono sicuri di non avere niente a che fare con la persona che dai primi di luglio dell’anno scorso al 22 gennaio ha spedito lettere minacciose con o senza polverina bianca, imbrattato muri, incendiato baracche e lasciato il sacchetto di caramelle con gli spilli all’asilo; oppure erano certi di non aver leccato la chiusura delle buste o il francobollo dell’affrancatura. Hanno sempre detto di essere innocenti e continuano a ripeterlo sul profilo Facebook intestato al più giovane. Vero che, ormai da tempo, è tutto autoadesivo: basta togliere la pellicola protettiva e incollare, prima di spedire una lettera.

Non era stata commissionata la ricerca di impronte digitali, perché le missive devono essere passate per chissà quante mani, dal momento della loro spedizione in poi: da chi ha fatto la levata dalla cassetta della posta, al centro di smistamento di Padova, al postino, che le ha consegnate e ai destinatari, che le hanno per forza maneggiate, senza prendere alcuna precauzione. Quanto al mittente, potrebbe aver usato dei guanti, per non lasciare alcun segno compromettente.

Il responso del Ris era molto atteso, perché poteva contenere un’eventuale prova regina, ma almeno su questo versante non c’è niente che possa finire nel capo d’imputazione per le ipotesi di reato di procurato allarme, danneggiamento aggravato e tramite incendio e tentata estorsione. Un’altra risposta arriverà dalla perizia calligrafica svolta dalla grafologa padovana Nicoletta Cavazzana e consegnata alla metà di luglio, dopo alcune richieste di proroga per la quantità di scritti da esaminare e la complessità del lavoro. Gli investigatori hanno già avuto modo di definirla «interessante» e «incoraggiante», ma dalla magistratura non trapela niente e solo ai primi di settembre sarà possibile sapere qualcosa.

L’esperta ha confrontato la calligrafia spigolosa di Erostrato con una grande quantità di appunti sequestrati a casa Aquini, durante la perquisizione del 4 febbraio ed è arrivata a delle conclusioni, in scienza e coscienza.

Rimane inteso che anche gli avvocati difensori Stefano Zallot e Luciano Perco incaricheranno un consulente, che potrebbe arrivare a conclusioni completamente diverse, una volta chiuse le indagini preliminari e consultati gli atti.

In caso di processo penale, a quel punto il tribunale sarebbe costretto a nominare un proprio perito, per cercare di risolvere una controversia tutt’altro che strana. Anzi, molto frequente. Ma al momento non è per niente scontato che il processo agli Aquini ci sarà, dopo l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pubblico ministero Marcon. Le indagini proseguono. –


 

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