Nevegal, l’estate è super ma il futuro è un’ipotesi
Gli operatori chiedono coraggio e programmi: «Le potenzialità sono infinite». «Letale chiudere gli impianti d’inverno, ripartire sarebbe impossibile»

BELLUNO. Nevegal, il colle delle occasioni mancate. La giornata di ieri, sul piazzale, «è stata l’ennesima domenica estiva da tutto esaurito», dicono gli operatori, complice la mostra mercato organizzata dalla Pro loco di Castion, con il piazzale pieno di persone e difficoltà a trovare parcheggio tra un ventaglio europeo di targhe.
«La gente non manca», commenta Mario Fabrinetti del noleggio di articoli sportivi Rent and Go, «e dovrebbe far riflettere vedere tutte queste persone, nonostante la scarsa accoglienza che riusciamo a offrire: parlo del piazzale, senza un fiore, dello sfalcio tardivo lungo le strade e delle pochissime attività rimaste aperte. Il Nevegal è una meta appetibile sia per gli amanti dello sport che per le famiglie, per questo quando leggo che si vorrebbero chiudere gli impianti rimango spiazzato. Sono sicuro che un modo per il comune di aiutare gli operatori con dei finanziamenti esiste. Se veramente si chiudessero gli impianti, si perderebbe un indotto importante e si darebbe il colpo di grazia al colle. Il volano del Nevegal è molto vasto e se è vero che negli anni ha rallentato sempre di più è anche vero che se lo si fermasse non sarebbe più possibile farlo ripartire».
Il principale problema riscontrato da operatori che conoscono bene il colle e semplici commercianti di passaggio presenti ieri sul piazzale sembra essere la mancanza di una precisa pianificazione globale, oltre che di un grosso investimento, piuttosto che piccoli interventi spot: «Investendo piccole cifre qua e là non si ottiene nulla, se non un fatturato in perdita a fine anno», continua Fabrinetti. «Non è possibile aspettarsi gli sforzi solo dai singoli, perché i singoli continuano ad essere sempre meno».
Dello stesso avviso è Paolo Conz, guida alpina di Dolomiti Guides, gruppo che da tre anni gestisce il parco avventura sul Nevegal: «Nel nostro caso, ogni anno non sappiamo fino a giugno se saremo noi a gestire il parco, come possiamo pensare di investire in pubblicità o altro?». Il gruppo di guide alpine, inoltre, promuove da diverso tempo delle attività di canyoning e cerca di far conoscere il proprio tour sul Rio Gere, vicino a Quantin: «È un percorso divertentissimo», spiega Conz, «forse il più bel canyon del Veneto, facile da percorrere e con molti tuffi; ed è a due passi dal Nevegal. Eppure quando lo proponiamo per pubblicizzarlo assieme alle altre attrattive del colle troviamo solo disinteresse».
Se le potenzialità del Nevegal vengono spesso sottovalutate, sono però ben chiare agli occhi di chi viene da fuori: «È la prima volta che porto le mie creazioni in Nevegal» spiega Simone Fecchio, artigiano e produttore di calzature che ha collaborato, tra gli altri, con il designer bellunese Giorgio Pirolo e la sua Frangivento «non capisco perché non si sviluppi. La gente lo adora e le potenzialità sono infinite».
Tra gli stand della mostra mercato, comunque, una voce fuori dal coro la si trova sempre, in questo caso è quella dell’artigiano del ferro Oscar Pavan che sostiene: «La gente si lamenterà sempre, salvo poi darsi da fare per cambiare le cose. Io vengo a lavorare in Nevegal per trovare la pace, chi vuole la via dello shopping e le luci può sempre andare a Jesolo».
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