Nevegal, all’asta gli impianti e anche l’affitto per l’estate

Si apre qualche spiraglio per il Colle anche se il tempo è poco. Tra i possibili acquirenti una cordata lombarda
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. Due bandi d’asta: uno per la vendita degli impianti di risalita e quindi della vecchia Nis del valore di base, pare, di 40 mila euro e l’altro per l’affitto degli impianti per l’estate. Il primo dovrebbe essere pubblicato a settembre, all’indomani della chiusura della stagione estiva, mentre per l’altro si attendono le proposte dai concorrenti. Proposte che, in via informale sarebbero giunte ad oggi al curatore fallimentare della Nuovi impianti sportivi, Mario Mantovani, ma che dovranno diventare “formali” perché si possa avviare un vero bando.

Un’asta, quella per la messa in vendita che da quanto si sa nasce dal fatto che, oltre alla società bellunese Alpe del Nevegal, avrebbero dimostrato il proprio interesse all’acquisto anche altri soggetti che provengono da fuori Regione, in particolare dalla Lombardia.

Ma ad oggi il presidente della cordata bellunese Maurizio Curti pare più proiettato alla partecipazione all’asta per l’affitto estivo, anche se a quanto confessa «dobbiamo ancora presentare una proposta e lo faremo entro la fine della settimana». L’intenzione di Curti è quella di avviare, «se dovessi aggiudicarmi l’asta», la stagione estiva, anche se «comunque andrà la gara noi saremo a disposizione degli operatori per organizzare gli eventi necessari per animare il Colle. Infatti, a nostro parere, anche se gli impianti non funzioneranno e non saranno attivati, l’importante in queste giornate, anche per richiamare gente, è di avere un carnet nutrito di manifestazioni», cosa che manca al Nevegal. «Il Colle ha l’altitudine giusta e anche molte potenzialità per poter accogliere eventi anche in quota, permettendo magari la discesa a valle a piedi. Insomma di cose da fare ce ne sarebbero».

Ma c’è qualche pessimista che crede che non ci sarà alcuna stagione estiva sull’Alpe, non solo perché ormai i tempi sono troppo ristretti (si parla di metà luglio fino alla fine di agosto), ma anche perché sarebbe troppo costoso, vista anche l’incertezza climatica.

E se resta il dubbio “estate”, un altro dilemma più grande interessa la messa all’asta degli impianti. Per molti il vero problema è fare in modo che il Nevegal resti un patrimonio locale e che il futuro compratore non voglia fare speculazione, vendendo un po’ qua e un po’ là gli impianti. Anche la base d’asta pone delle perplessità. Quei 40 mila euro paiono pochi a fronte di un debito della Nis che il Comune aveva sempre quantificato in 2.3 milioni di euro. Ma il curatore fallimentare frena su queste cifre. «Non possiamo sapere a quanto ammonti il debito della società finché i creditori non presenteranno i loro conti e non sarà eseguita una verifica da parte del tribunale. Fino ad allora non si può essere certi sulle somme».

Intanto la Comunità montana Belluno-Ponte nelle Alpi ha iniziato lo sfalcio dell’erba che in questi mesi di chiusura degli impianti e di piogge costanti è cresciuta altissima, rendendo ancora più desolato e triste il paesaggio dell’Alpe. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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