«Nessun malore» l’autopsia esclude le cause naturali
BOLZANO. Non è stato un malore. Da una prima valutazione dei dati dell’autopsia pare che ad uccidere il 40enne cadorino, trovato morto in un appartamento di via Virgilio a Bolzano lo scorso fine settimana, non sia stato un malore. Certezze però non ce ne sono ancora. Saranno le analisi tossicologiche a fornire le risposte sulle varie ipotesi al vaglio degli inquirenti.
L’anatomopatologo Guido Mazzoleni non ha riscontrato alcuna causa evidente di morte. Le condizioni della vittima erano buone. Al momento, dunque, non sono emersi elementi che possano far supporre attacchi cardiaci o altre cause naturali del decesso. Anche in questo caso, però, sarà necessario attendere le analisi istologiche sui tessuti.
Il fatto che non siano emersi chiari elementi su possibili cause naturali, avvalora inevitabilmente le cause esterne. Come noto ci sono diversi elementi (tra cui una siringa) che indicano una possibile assunzione di droga della vittima poco prima della tragedia.
Per ora, sono solo sospetti. Così come dovrà essere verificata anche l’ipotesi della possibile assunzione di farmaci. Dall’autopsia alla presenza di un consulente di parte (quello della famiglia della vittima non c’era) è giunta invece una importante conferma sull’ora presunta della morte. I dati emersi sono compatibili con il racconto del professionista che ospitava in casa la vittima, da qualche giorno. Ieri l’uomo ha nominato l’avvocato Laratta. L’iscrizione sul registro degli indagati è formale, nel senso che solo questo status gli avrebbe permesso di nominare un proprio consulente, per seguire le fasi dell’autopsia. E così in effetti è stato dopo l’iscrizione a registro con l’ipotesi di reato dell’omissione di soccorso. È emerso che il decesso si sarebbe verificato nella notte tra giovedì e venerdì.
Agli inquirenti il professionista ha raccontato di essere uscito di casa venerdì mattina verso le 8.30 e di non aver svegliato l’amico, di cui conosceva l’abitudine a dormire sino a tardi. Quando alle 18 è rientrato, l’ha trovato ancora a letto nella stessa posizione, scoprendo la tragedia. Il racconto trova conferma.
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