«Nelle canzoni di Gianni bellezza e profondità»

Giorgio Fornasier piange l’amico di una vita e il compagno di 35 anni di musica «Abbiamo fatto scelte artistiche diverse ma siamo sempre rimasti in contatto»

Belluno

Il ricordo più bello? È difficile scovarlo nella memoria, se con una persona hai condiviso cinquant’anni di amicizia e trentacinque di arte e spettacoli, in tutto il mondo. Tant’è che Giorgio Fornasier parla di Gianni Secco ancora al presente. «Ci sentiamo qualche volta», confida. L’ultima telefonata è stata recente. Poi, ieri mattina, la tragica notizia.

Giorgio Fornasier ha condiviso con Gianni Secco trentacinque anni di vita. Il loro duo, i Belumat, ha fatto la storia della canzone dialettale bellunese. «Quel sodalizio artistico mi ha dato tantissime soddisfazioni», racconta Fornasier. «Tant’è che eseguo sempre i brani di Gianni durante i miei concerti: do sempre valore alla bellezza e alla profondità dei suoi testi».

Il duo si è sciolto nel 2007, ma il legame fra gli uomini è rimasto solido. La notizia della morte di Gianni Secco è arrivata a Fornasier ieri mattina, in maniera improvvisa quanto dolorosa: «Ci eravamo visti per Natale, per farci gli auguri», ricorda. «Recentemente lo avevo sentito al telefono, ci sentiamo sempre per le occasioni particolari, ma non solo. La vita ci ha portato a fare scelte artistiche diverse ma non abbiamo mai smesso di tenerci in contatto».

Nell’ultimo periodo, poi, Gianni Secco stava sviluppando nuovi progetti. «Era un entusiasta, so che stava lavorando a nuove idee. Lo avevo sentito bene, non avrei mai pensato che invece il suo cuore stava per cedere». È accaduto giovedì.

Fornasier non ha molta voglia di parlare. «Sono chiuso nel mio silenzioso dolore», confida. Ma rintraccia nella memoria un episodio, un momento fra i tanti che ha vissuto con l’amico e compagno di tanti concerti in Italia e all’estero. Un momento che porta lontano, oltre oceano.

«Abbiamo sempre avuto moltissime soddisfazioni dagli emigranti. Le nostre canzoni hanno girato il mondo e noi ci siamo esibiti molte volte all’estero. Ricordo che una volta siamo andati a trovare una persona, una donna di origini bellunesi. Viveva in una zona del Sudamerica vicino alla Terra del fuoco. Era vedova, la signora, e ci accolse in casa sua. Era felice di vederci, e anche molto orgogliosa di poterci ospitare».

Entrando in casa Fornasier ha notato un dettaglio che gli è rimasto scolpito nella memoria. Ed è quello il ricordo che si sente di affidare: «Ricordo che sulla credenza della cucina, nella casa di quella donna, c’erano pochissimi oggetti: una fotografia del marito, una di Papa Giovanni e poi c’erano le musicassette dei Belumat. Per lei rappresentavano il contatto con la sua terra di origine. Ecco, sì, è questo il ricordo che porterò per sempre con me». —

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