Nefrologia, sono 57 i pazienti in emodialisi

FELTRE. Sono 57 i pazienti in emodialisi per tre sedute alla settimana. I portatori di trapianto renale sono quaranta e la dialisi peritoneale, quella che si fa a domicilio, coinvolge fino a quindici persone sfiorando il 20 per cento a fronte di un valore auspicato e atteso della Regione che si attesta sul quindici per cento. E sono oltre mille le visite ambulatoriali che si fanno ogni anno. Andrea Bandera, nuovo primario di nefrologia e dialisi che ha già preso servizio al Santa Maria del Prato dopo vent'anni di esperienza in diagnostica e aspetti tecnico-chirurgici legati alla nefrologia negli ospedali di Trento, eredita un'équipe medica e infermieristica formata e ben affiatata. Eredita anche una mole di lavoro, da distribuire fra i professionisti della squadra formata da Joseph Nachtigal, Alberto Vianello e Morena Giozzet, per perseguire l'attività di ambulatorio preventiva: questa è cresciuta in maniera esponenziale, dai tempi del precedente primario Massimo Bertoli, con l'obiettivo di “frenare” il percorso fisiologico di molti pazienti verso l'insufficienza renale (condizione che dopo i sessant'anni può entrare già in zona patologica), tenuto conto che dal punto di vista epidemiologico i feltrini sviluppano, per gli stili di vita, per l'incidenza elevata del diabete, e per il ricorso agli antireumatici, una tendenza marcata alle malattie del rene.
A presentare la formazione del nuovo primario Bandera, sono stati il direttore sanitario dell'Usl 2, Giovanni Maria Pittoni, che ha inquadrato le competenze e le specializzazioni del nuovo responsabile, e il direttore di area medica Lorenzo Tognon che ha annunciato il superamento di una delle criticità del servizio di emodialisi, dovuta all'impianto di distribuzione dell'acqua dialitica ormai obsoleto. Questo è in corso di sostituzione, ha detto il direttore Tognon.
Il primario Andrea Bandera, forte di una grande esperienza interventistica, di biopsie renali e di posizionamento di cateteri per consentire l'accesso della pratica dialitica ed emodialitica, punta molto sulla specializzazione infermieristica e sulle collaborazioni con altri specialisti di reparti internistici e chirurgici e di terapia intensiva. «Ho trovato una struttura molto ben impostata sia dal punto di vista delle risorse umane che tecnologiche», ha premesso il nuovo direttore. Che ha prospettato il coinvolgimento personale e diretto di tutti i medici curanti del territorio per la presa in carico di pazienti con gli esami del sangue specifici che indicano sofferenza renale e per programmare le visite in nefrologia in tempi ravvicinati, di tre mesi in tre mesi.
Le impegnative con codice B continueranno ad essere evase in una settimana. Saranno tenuti rapporti costanti con le associazioni dei dializzati, ha detto Bandera, prima fra tutte Aned, per intercettare ogni problematica che possa emergere a danno del paziente. «Poi si continuerà a dare impulso alla dialisi peritoneale, selezionando i pazienti e innalzando progressivamente il numero degli stessi. Il quindicesimo paziente è pronto a questa metodica che garantisce una migliore qualità della vita». Continueranno ad essere accettati fino a dieci casi annui di “dialisi turistica”, «anche in virtù della vocazione del territorio feltrino». (l.m.)
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