Nasce il Bacino 12, i pescatori si spaccano

Todesco: «Operazione compiuta alle mie spalle, i soci devono fare due tessere e spendere 85 euro»
Di Raffaele Scottini

L'aggiunta di un dodicesimo bacino, quello del Corlo, scorporato dal resto del bacino numero 11, fa incrociare le lenze di alcuni pescatori sul piede di guerra per la «suddivisione in due settori decisa dalla Provincia all'insaputa dei soci» e di chi vede positivamente la novità, come un riconoscimento della specificità del lago a lungo inseguita e un ulteriore traino al pescaturismo. Il presidente del bacino numero 11 - che si è riunito a fine gennaio - ha un diavolo per capello: «I pescatori dovranno pagare di tasca propria l'aumento del costo delle tessere», tuona Italo Todesco.

«Prima i soci pescavano con 35 euro, adesso ne spenderanno 85: 35 euro per il bacino 11 (che in base alla revisione dei perimetri va da ponte Serra a nord fino al Trentino, torrente Senaiga compreso) e 50 euro per il numero 12 (che dalla confluenza del Senaiga con il Cismon include il lago del Corlo e arriva al confine con la provincia di Vicenza). La divisione», sbotta, «è stata decisa a livello politico. È stato fatto tutto sulle mie spalle, al di fuori di logiche tecniche ed economiche». Vedendosi così sottrarre metà del territorio del bacino 11, all'annuncio dato in occasione dell'assemblea annuale si è scatenata una piccola bufera tra la platea.

A questo punto però interviene uno dei soci, nonché consigliere comunale arsedese con delega al turismo Mario Zancanaro, levandosi qualche sassolino dalla scarpa: «Oltre quindici anni fa un gruppetto di pescatori di Rocca, tra cui il sottoscritto, si sono riuniti trattando fra le altre cose l'argomento del progressivo cambiamento della popolazione ittica nel lago del Corlo. Abituati a pescare solo trote, ci stavamo accorgendo che stavano sparendo lentamente le specie salmonicole per essere sostituite da altre varietà di pesci. Si stava introducendo un diverso tipo di fauna ittica, cambiando di fatto la categoria delle acque del nostro territorio», spiega. «Da qui scaturì la proposta di rideterminazione delle acque del Corlo da “A” a “B” (che comporta anche il prolungamento della stagione di pesca). La nostra richiesta è stata sempre lecitamente avversata dal presidente e dal direttivo del bacino 11, tuttavia l'iter ha seguito il suo corso, attraverso prelievi di campioni, studi approfonditi e quant'altro», continua Zancanaro. «Tutto il processo si è svolto alla luce del sole, secondo la prassi, rispettando le norme di legge. Se poi la decisione assunta dalla Provincia accontenta alcuni a discapito di altri, rientra nell'ordine delle cose».

Un'ultima considerazione il consigliere comunale ci tiene a farla sulla pulizia, programmata ma non effettuata nella parte alta delle sponde del lago: «Non è vero che i lavori non sono stati eseguiti per la mancata collaborazione del sindaco e per altri piccoli problemi come riferito dal presidente durante l'assemblea», attacca. «Il sindaco ha dato a suo tempo parere favorevole e per quanto riguarda gli “altri problemi”, non si è voluto trovare una soluzione per il semplice motivo che il direttivo del bacino 11 non ha mai voluto spendere soldi per un territorio che, come già sapeva, gli sarebbe stato sottratto».

Quanto al bacino di pesca numero 12, che sarà gestito dall'Associazione liberi pescatori di Arsiè, il presidente Enzo Querincig getta acqua sul fuoco: «Non mi risulta che ci sia disagio, nessuna polemica, la percentuale massima dei pescatori è favorevole. Il bacino 12 è nato con ottimi presupposti e non vedo la cosa come una divisione», commenta. «Le nostre prospettive sono quelle di ottemperare ai dettami della carta ittica, cercando di migliorare, di essere propositivi e di incanalare un certo tipo di turismo pescatorio. Le cose verranno un po' alla volta».

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