Muore dopo nove mesi di agonia: era rimasto ferito in un cantiere

PEDAVENA. Il suo cuore si è fermato attorno alle 14 di martedì, nove mesi dopo il drammatico incidente sul lavoro in cui era rimasto ferito.
Mirco Canova “Sponcet”, 60 anni, di Pedavena, non si era più ripreso dalla violenta caduta del 13 marzo scorso a Ceneda di Vittorio Veneto al cantiere del Museo della battaglia: era su una scaletta quando si era staccato il pesante braccio metallico di una gru, che l’aveva sfiorato, facendolo volare a terra.
Pareva se la fosse cavata tutto sommato senza danni gravissimi, con la frattura di una vertebra, invece le sue condizioni sono andate via via peggiorando: ricoverato in un primo momento al reparto di ortopedia dell’ospedale di Conegliano, era stato poi trasferito a Treviso, sottoposto ad un intervento chirurgico per un ematoma alla testa, ma le sue condizioni sono peggiorate progressivamente. Fino a quando, martedì all'ospedale di Feltre, il suo cuore si è fermato.
Mirco Canova era conosciuto sia a Pedavena sia a Feltre, era sposato con Cinzia Canova, impiegata nel settore contabilità del Comune di Feltre, e padre di due figli. Esperto manovratore di mezzi pesanti, gli amici lo ricordano come orgogliosissimo della carriera intrapresa dal figlio maggiore nell’aeronautica, ed aveva vissuto anche l’esperienza dell’emigrazione, lavorando in Arabia Saudita.
La sua famiglia era stata segnata già da una tragedia che, dieci anni fa, aveva colpito profondamente la comunità feltrina: il nipotino di soli nove mesi era stato travolto e ucciso da un furgone che in Culiada era finito fuori strada, piombando nel cortiletto dei Canova dove nonno Aldo Canova "Sponcio" si trovava con il piccolo.
Nove mesi fa, a Vittorio Veneto, l’incidente sul lavoro si era consumato nel giro di pochi istanti. Era mezzogiorno e nel cantiere del Museo della battaglia erano in corso una serie di manovre. I lavori stavano andando avanti dalle 8 del mattino. In particolare ieri era stato trasportato in un'area verde al di là del museo, un macchinario per produrre acqua refrigerata.
Il lavoro era finito e l'operaio stava riposizionando la gru per il viaggio di ritorno nella sede della ditta a Cornuda. Un lavoro di routine, interrotto dall'improvviso distacco di un braccio del macchinario.
L'uomo terrorizzato aveva visto la struttura metallica, dipinta di giallo, cadergli addosso. In quel momento si trovava su una scala proprio ai piedi della gru. La massa metallica si era schiantata al suolo con un tonfo tremendo. Nella caduta aveva travolto la scala facendo volare il feltrino. L'impatto a terra era stato violento, erano arrivate l’ambulanza e l’automedica, mentre si alzava in volo anche l’elicottero. Pareva potesse cavarsela con 30 giorni di prognosi, ma le sue condizioni in seguito erano peggiorate. (s.d.b.)
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