Morto Mario Passi, il giornalista dell'Unità che arrivò all'alba del 10 ottobre 63 a Longarone

Raccontò la tragedia del 9 ottobre 1963 ma anche i processi e scrisse diversi libri

Martedì all’alba, a novant’anni, è morto Mario Passi, padovano, giornalista e inviato speciale de “l’Unità”dal 1948 al 1992. Ne danno l’annuncio i figli Lucio e Brunella, con la moglie Roberta e il nipote Lazlo.

A Padova Passi, insieme a suo fratello Gastone e ai genitori Fortunato ed Emilia, comunisti, fu attivo nella Resistenza al nazi-fascismo. Staffetta partigiana, poco più che quattordicenne stampa clandestinamente “l’Unità” in una casa bombardata all’Arcella.

A vent’anni Mario sposa Dolores Tognazzo, la sua prima moglie, e diventa corrispondente padovano de “l’Unità”. Ben presto la sua passione politica coinciderà con il lavoro di tutta la sua vita, quello del giornalista.

Diventato inviato speciale de “l’Unità”, tra le altre cose segue le battaglie sindacali di porto Marghera, le alluvioni del Polesine, ma soprattutto il dramma del Vajont, che lo segnerà profondamente dal punto di vista professionale ed umano. Nel 1968 scriverà il suo primo libro Morire sul Vajont e poi nel 2003 Vajont senza fine. Nel 2005 pubblica La casa di via Agnus Dei, che ripercorre la Resistenza a Padova riletta dal punto di vista della sua famiglia.

L’ultimo saluto avrà luogo presso la sala del commiato giovedì 10, alle ore 10.30 in via Dosso, 35 a Gardone Riviera.

Del Vajont Passi non si era mai occupato prima del nove ottobre 1963, ad occuparsi che quello che accadeva era Tina Merlin. Ma la sera del 9 ottobre venne chiamato a Padova dalla sede di Milano e mandato a Longarone dove arrivò all'alba del 10 ottobre. Seguì anche i processi.

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