Morto l’avvocato Genova: pagò il restauro dell’omonima Pala

PIEVE DI CADORE. Fa restaurare a sue spese la Pala Genova (nella foto, un particolare), un dipinto attribuito a Tiziano Vecellio, ma muore prima di vedere il lavoro completato. L'avvocato Gaddo...

PIEVE DI CADORE. Fa restaurare a sue spese la Pala Genova (nella foto, un particolare), un dipinto attribuito a Tiziano Vecellio, ma muore prima di vedere il lavoro completato. L'avvocato Gaddo Augusto Genova, discendente dalla famiglia Genova originaria di Pieve di Cadore che ha voluto il restauro del quadro, è deceduto a Torino all'età di 87 anni, alla fine dello scorso mese di ottobre; ma la famiglia ha comunicato la sua scomparsa solo martedì, a restauro completato. La notizia della morte dell’avvocato ha colpito e addolorato tutti coloro che lo hanno conosciuto ed apprezzato, anche in relazione alla sua opera nell'ambito della cultura. Il più colpito è lo stesso arcidiacono monsignor Diego Soravia, che per più di un anno ha tenuto i contatti per l'organizzazione del trasporto della Pala Genova a Torino per il restauro. Il ritorno del dipinto a Pieve è fissato per sabato 14 maggio, quando sarà ricollocato nella chiesa arcidiaconale, sulla parete a sinistra del coro, in alto, dove era stata posta nell'anno 1820 dopo l'ampliamento della chiesa. «Avrebbe dovuto essere una grande manifestazione religiosa e culturale quella del 14 maggio, una giornta di festa», spiega monsignor Diego Soravia, «organizzata dalla Fondazione degli studi tizianeschi, nell'ambito della “Settimana della cultura cadorina” che si svolgerà proprio dal 7 al 15 maggio. Purtroppo sarà una festa a metà, perché non ci sarà, come avremmo voluto, il mecenate promotore del restauro, l'avvocato Gaddo Augusto Genova: abbiamo avuto notizia della sua scomparsa dalla figlia Isabella solo poche ore fa. Inutile dire che la notizia mi ha addolorato e sconvolto: Genova, purtroppo, non potrà ammirare l'opera riportata alla sua originaria bellezza, che aveva intenzione di esporre nel Palazzo di giustizia di Torino, dove aveva esercitato la professione forense per oltre 54 anni, prima di riportarla a Pieve. Una dimostrazione di amore verso la terra di origine della sua famiglia veramente ammirevole. Mi auguro che il 14 maggio, alla cerimonia nella chiesa di Santa Maria Nascente, possano esserci almeno sia la figlia Isabella e sia gli autori del restauro. Per Pieve sarebbe un grande onore». (v.d.)

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