Morto dopo le botte, la pista degli assegni La procura apre un’indagine per omicidio

Sulla scena del delitto i carabinieri trovarono titoli firmati dall’anziano: decine di migliaia di euro a favore del giovane

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Da ieri mattina è diventata ufficialmente un’inchiesta per omicidio che vede i riflettori puntati su Emanuele Mazzocco, il ventenne che nel luglio scorso colpì alla testa con una colonnina di marmo il sessantaquattrenne trevigiano Giuseppe Vendrasco, che lunedì è deceduto dopo sette mesi di coma a seguito dell’aggressione avvenuta nella sua mansarda di Cornuda.

Il sostituto procuratore Anna Andreatta, che coordina l’indagine, non ha ancora stabilito se l’accusa sarà omicidio volontario o preterintenzionale, ma ha, nel frattempo, disposto che sul corpo dell’uomo venga eseguita l’autopsia dal medico legale Alberto Furlanetto, che già conosce il caso perché mesi addietro, non appena avvenuto il fatto, aveva fornito una prima consulenza.

«Si dovrà capire per prima cosa perché non si è più svegliato» spiega l’anatomopatologo. Venerdì alle 11. 30 il conferimento dell’incarico in Tribunale e l’autopsia la prossima settimana.

Nel frattempo, il giallo si infittisce ed emergono nuovi importanti elementi. Tra questi spicca il sostanzioso conto corrente di Giuseppe Vendrasco che si volatilizza e gli assegni intestati a Emanuele Mazzocco da decine di migliaia di euro sequestrati nella mansarda di via Manzoni, teatro dell’aggressione.

Sono singoli tasselli di un mosaico in via di costruzione da parte dei carabinieri della compagnia di Montebelluna che, da mesi, lavorano incessantemente per capire che rapporto legava il ventenne di Quero a Vendrasco e cosa possa aver “armato” di una colonnina di marmo la mano di Mazzocco quella mattina del 10 luglio 2020, quando, nudo e cosparso di benzina, fu “liberato” dai vigili del fuoco dopo due giorni, a suo dire, legato e sequestrato, in completa balìa di Vendrasco. Un contesto ambientale terribile con un epilogo efferato. A balzare all’occhio degli investigatori furono quegli assegni trovati nella mansarda, durante uno degli accessi, permessi dalla magistratura, dopo il sequestro dell’immobile, e che ora fanno parte degli atti dell’indagine.

«Il giovane è scosso» fa sapere l’avvocato del ragazzo sotto inchiesta, Andrea Gobbo «è un giovane a posto, tranquillo, gli è capitata questa vicenda tra capo e collo e ogni volta che esce la notizia, rimane sconvolto, perché si trova a rivivere quello che ha passato». La difesa, si dice «tranquilla».

Aggiunge il legale del ragazzo querese: «Quanto finora scoperto coincide con la versione dei fatti fornita dal mio assistito» fa sapere «compresi i riscontri effettuati nei luoghi. Siamo convinti di essere quelli che hanno subito, non certo chi hanno commesso qualche cosa».

Giuseppe Vendrasco era ridotto da mesi in stato vegetativo, tanto da costringere il tribunale a nominare l’avvocato Paolo Salandin come suo tutore. Il sessantaquattrenne, poco prima di Natale, era stato addirittura trasferito nella casa di riposo Umberto I di Montebelluna, dove è deceduto lunedì. —

Marta Artico

Marco filippi

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