Moreno De Col lascia il vertice dell’Appia
Domenica le elezioni: «Non basta più aiutare nella contabilità: il mercato è cambiato e chiede servizi»

BELLUNO. Da una parte la crisi dell’edilizia, dall’altra il rientro di lavorazioni dall’Asia verso terzisti locali sempre più competenti e specializzati. E poi il digitale, che cambia radicalmente il modo in cui imprese e artigiani comunicano con il grande pubblico. Cambiamenti che Moreno De Col ha visto da vicino in questi nove anni di presidenza dell’Associazione piccole industria e artigianato. Domenica De Col passerà il testimone a Massimo Sposato, cadorino con un’attività nel campo delle costruzioni nonché attuale vicepresidente di Appia.
La fine del mandato di De Col coinciderà con l’assemblea che l’associazione ha convocato domenica e alla quale saranno presenti circa 80 delegati (su 2 mila associati a livello provinciale). «Abbiamo iniziato questo percorso alcuni mesi fa» spiega Maurizio Ranon, direttore dell’associazione, «eleggendo i presidenti mandamentali - rappresentativi dei singoli territori - e l’elezione di 18 portavoce per altrettanti “mestieri”, che raggruppano imprese dello stesso settore». Alcuni portavoce bellunesi sono stati incaricati anche di rappresentare il settore a livello regionale, un motivo d’orgoglio per gli associati bellunesi.
Per De Col, che è stato recentemente nominato presidente di Ecipa-Cna Veneto, Friuli Venezia Giulia e Bolzano (la società che si occupa di formazione e servizi alle imprese artigiane), questo momento è l’occasione per tracciare un bilancio di questi nove anni. «Hanno coinciso con la crisi economica» spiega il presidente, «ma nonostante questo abbiamo cercato di mantenere i conti in ordine. Ci siamo riusciti: l’Appia ha una solidità di base». Nonostante la crisi abbia inciso profondamente sul tessuto economico della provincia il numero di associati è rimasto stabile, segno che a fronte della sofferenza di alcuni settori - l’edilizia su tutti - c’è stato uno sviluppo in altri comparti. «Abbiamo cercato di essere parte attiva nel dibattito socio-economico della provincia partecipando al tavolo dell’economia, al fondo di solidarietà, al tavolo delle infrastrutture. Abbiamo sempre cercato un punto di mediazione».
Una voce importante soprattutto in questo periodo. «Abbiamo rilevato delle criticità» continua il presidente uscente, «mentre in altri settori ci sono prospettive di sviluppo». A soffrire particolarmente la congiuntura economica sono settori dell’edilizia e dell’artigianato. Il legno è stabile. Bene invece la meccanica, l’occhialeria (soprattutto per i terzisti, ormai sempre più specializzati e tecnologici, completamente diversi rispetto a 30 anni fa), i servizi.
«Chi lavora per il mercato interno soffre di più» continua De Col, «e l’edilizia ne è un esempio tipico. I benefici fiscali hanno aiutato e ora contiamo sul bonus sismico». Anche l’Appia si evolve seguendo il mercato: «Non basta più seguire le aziende in paghe o contabilità» spiega il presidente, «bisogna dare servizi in campo della formazione, dell’ambiente, della sicurezza e dell’innovazione».
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