Molestie telefoniche per 200 euro

Le chiamate erano condite di insulti ma l’ingiuria è depenalizzata

FELTRE. Telefonate anonime e offensive. Le molestie all’ex compagno di scuola costano 200 euro di ammenda al trevigiano Andrea Bordin. Mentre le parolacce sono state depenalizzate e il giudice Coniglio ha pronunciato una sentenza di non doversi procedere, perché il fatto non è più previsto come reato. L’imputato e un coetaneo agordino avevano frequentato lo stesso istituto di Feltre, frequentandosi anche nell’ambito del convitto.

A distanza di anni dal diploma, Bordin ha cominciato a chiamare il vecchio amico, ma con un tono tutt’altro che amichevole. Senza mai presentarsi, in pochi secondi o al massimo un minuto e mezzo gli ha dedicato parole irripetibili, riferite anche alla madre. Nei tabulati telefonici, ci sono una chiamata da Pieve di Soligo e dieci da Bondeno, un paese della provincia di Ferrara, nel quale l’imputato ha lavorato in una pizzeria. Nella Marca trevigiana, vivono la madre e la sorella. Per chiudere la lista dei testimoni, è stata ascoltata proprio la ragazza.

Che avrebbe anche potuto non testimoniare, ma ha deciso di dire quello che sapeva. Non molto per la verità, dal momento che non è in buoni rapporti con lui e ha saputo di queste interurbane moleste solo dai carabinieri di Taibon, che l’avevano sentita a suo tempo. Nella sua requisitoria, il pubblico ministero Gulli ha chiesto una condanna a 400 euro di ammende per le molestie, non potendo aggiungere altro per le ingiurie. L’arringa del difensore Padoin ha puntato inanzitutto sull’assoluzione, in quanto l’imputato non aveva riconosciuto il suo interlocutore e ha anche ritirato la querela, quando gli hanno detto chi era. In alternativa, sulla particolare tenuità del fatto. Coniglio ha condannato le molestie con 200 euro e non doversi procedere per le ingiurie.

Gigi Sosso

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi