Mezzo secolo di Bar Bianco: ogni anno un milione di clienti

BUSCHE. Un bar senza vino a Belluno? «Cinquanta anni fa era considerata una vera follia; oggi invece siamo qui a festeggiare la storia di una intuizione di successo». Antonio Bortoli, direttore generale di Lattebusche, ieri mattina ha ricordato le tappe fondamentali del Bar Bianco di Busche, inaugurato nel 1969, il primo e il più importante dei sedici che attualmente rappresentano quella importante collana di vetrine con cui l’azienda lattiero-casearia non solo ha fatto conoscere ed apprezzare i suoi prodotti, ma ha anche imposto sul mercato un marchio.
«Non avendo grandi dimensioni all’epoca», ha spiegato infatti Bortoli, mostrando una serie di foto d’epoca, «abbiamo dovuto puntare da subito sulla qualità dei prodotti, che paga sempre, ma anche sulle nostra capacità di farci conoscere con i pochi mezzi a disposizione». E là dove 50 anni fa c’erano un campo da calcio ed una porcilaia, oggi c’è un negozio capace di accogliere in un anno un milione di clienti, vendere 1.500 forme di grana padano, 25.000 forme di Piave, oltre a tutta una serie di altri formaggi, 400.000 palline di gelato, 150.000 caffè, con un incasso pari a 5 milioni di euro.
Mentre sono 12 i milioni fatturati complessivamente dai 16 Bar Bianco attuali, che contribuiscono ai 108 milioni di ricavi che l’azienda di Busche ha realizzato nel 2018, destinati a diventare oltre 110 quest’anno. Bortoli ha quindi riepilogato le tappe di una crescita esponenziale. «Rispetto al primo spaccio interno cambiammo filosofia: lo staccammo dalla produzione, ci mettemmo più prodotti, lo dotammo di un parcheggio che qualcuno osò definire eccessivo. Nel 1977 poi una prima ristrutturazione con la vendita di un maggior numero di formaggi e la consapevolezza che avevamo creato uno strumento non solo per avere denaro fresco, ma anche per testare e lanciare i nostri prodotti e comunicare con il consumatore. È qui che ha inizio la storia commerciale di Lattebusche, grazie anche ad un traffico turistico notevole, ma soprattutto alla qualità dei prodotti, al passaparola, all’innovazione di gamma, alla professionalità e passione dei nostri operatori, a iniziare dal primo responsabile Renato Gorza».
Poi il 12 luglio del 2012 l’inaugurazione della struttura attuale, a seguito di un trend di crescita inarrestabile, “grazie anche a scelte coraggiose che oggi sembrano scontate, ma che qualche decennio fa non lo erano assolutamente, tanto da creare anche all’interno della nostra cooperativa un dibattito sull’opportunità di un simile investimento. Ma anche le critiche poi rischiano di diventare dei portafortuna quando le strategie ottengono i risultati sperati, ed anche qualcosa di più».
Il successo di Busche viene confermato inoltre da quello di Sandrigo, il cui Bar Bianco in venti mesi ha già raggiunto un fatturato di 2,5 milioni di euro. Ma soprattutto i Bar Bianco, in cui lavorano complessivamente 80 addetti, hanno avuto il merito di lanciare i nuovi prodotti. «Come il latte Bio che riusciamo a proporre oggi alla grande distribuzione proprio perché il consumatore lo richiede dopo averlo gradito nei nostri punti vendita».
Nel saluto iniziale il presidente Augusto Guerriero aveva inoltre ricordato la figura di Francesco Saverio Donazzolo, alla guida della cooperativa Lattebusche per 33 anni e recentemente scomparso. Ed auspicato che la piazza du Busche, su cui insiste il Bar Bianco possa essere dedicata ai valori ed ai sapori della provincia. —
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