Metti una “app” dei monti e il Pelmo ti guida in quota

ZOLDO ALTO. Il Pelmo che parla.
Parcheggi a Forcella Staulanza e intraprendi il sentiero anulare che fa il giro del “caregon del Padreterno”.
Apri lo smartphone o il tablet e ti trovi un navigatore parlante. Che ti suggerisce quale percorso intraprendere, quello più adatto al tuo passo, quanto tempo impiegherai a completarlo, se troverai sole o pioggia col passare delle ore. E poi, come se tu visitassi un museo a cielo aperto, verrai a conoscere la storia di questa montagna, quale tipo di roccia la connatura, quali sono le cime che vedi davanti a te, a fianco, dietro le spalle. Verrai a sapere quanta strada dovrai percorrere per arrivare al Rifugio Venezia e, dall’altra parte, al Città di Fiume.
Ti racconterà dei dinosauri che frequentavano questi ambienti. Ti informerà su ogni tipo di servizio di trasporto di cui hai bisogno. Ed ecco la storia dei gelatai della Val Zoldana. E perché tutti lo chiamano “el caregon”. Quando arriverai al Venezia, magari t’indignerai per quella parabola che quassù non dovrebbe starci. Ma questo è uno dei 25 rifugi dotati di banda larga. E questo servizio sarà di aiuto perfino alla medicina; ovvero la telemedicina in quota, tra l’altro per evitare che si muova l’elicottero del Suem quando non è il caso.
Insomma, Dolomiti più aperte e collegate con il mondo, fruibili anche in maniera innovativa, all’insegna di una cultura dell’ambiente che è contemporaneamente cultura della sicurezza e del rispetto della forza della montagna.
Sono queste le linee direttrici del progetto turistico d’eccellenza dedicato alle “Dolomiti Patrimonio dell’Umanità”, voluto dalla Regione del Veneto ed elaborato dal Cai regionale. I contenuti del progetto, che hanno già cominciato a prendere forma e che si concretizzeranno nella loro completezza nel corso di quest’anno e del 2014, sono stati presentati ieri mattina a Venezia: una scelta non casuale che vuole evidenziare ai potenziali visitatori provenienti da tutto il mondo come le vette e le vallate dolomitiche siano un territorio strettamente connesso alla storia della città lagunare.
L’assessore regionale al turismo Marino Finozzi, il neo presidente del Cai veneto Francesco Carrer con il responsabile della comunicazione del Club regionale Bruno Zannantonio, il referente del progetto banda larga Massimo Doglioni, il presidente del Cai bellunese Alessandro Farinazzo e Maura Miozzo, hanno illustrato motivi ispiratori e contenuto dell’iniziativa, che si articola sostanzialmente in tre sottoprogetti tra loro strettamente interconnessi.
Un progetto da 220 mila euro, tutt’altro che una spesa spropositata rispetto all’utilità del servizio. Anzi, dei tre servizi.
Il primo è quello denominato “Montagna Amica & Sicura”. Ed è fondamento anche degli altri due, perché il complesso di azioni è finalizzato ad una fruizione più consapevole e più sicura di questo patrimonio naturale.
Gli altri due progetti sono “Banda larga satellitare nei rifugi alpini” e gli “Itinerari parlanti”, quest’ultimo dal più prosaico sottotitolo “introduzione di tecniche innovative a servizio dell’escursionista”. Si tratta forse del progetto più innovativo, che prevede la realizzazione di “app” specifiche per smartphone e tablet, con tutte le informazioni multimediali, che descrivono o parlano del paesaggio, indicano i pericoli e i rischi, la storia dei luoghi e così via, sulla base della posizione dell’escursionista rilevata tramite Gps.
Entro l’estate saranno resi disponibili gli “Itinerari Parlanti” del circuito del Pelmo; l’area a Nord di Feltre (“Busa delle Vette”), a partire dal rifugio Dal Piaz e l’anello del Popera in Comelico Superiore. In quest’ultimo caso è evidente che il tablet ti racconterà, ad esempio, anche la grande guerra. E te la farà vivere in tutta la sua immane tragedia, fino a ripudiarla con tutte le forze; sotto quelle ghiaccio vengono ancora trovati dei poveri cadaveri, dei reperti della umanità disperata dell’epoca. Il sottoprogetto banda larga prevede invece di portare a da 7 a 25 i Rifugi alpini dolomitici del Cai collegati al mondo con adsl satellitare: un supporto che permetterebbe di comunicare direttamente, di consentire interventi di soccorso anche con telemedicina e di permettere una visione diretta di scorci montani tra i più belli del mondo. (f.d.m.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi