Metalba, i comitati chiedono di premere sulla sicurezza

Comitato di Fortogna e Respira Feltre esprimono cordoglio per l’incidente a Bolzano. L’azienda: «Nessuna analogia con quello del 2018 a Longarone»

Lo stabilimento Metalba a Fortogna di Longarone
Lo stabilimento Metalba a Fortogna di Longarone

Dolore per il tragico incidente alla fonderia Aluminium Bozen costato la vita ad un operaio, Bocar Diallo, ma anche una richiesta forte di attenzione sulla sicurezza della Metalba di Fortogna di Longarone,  azienda che fa capo alla stessa proprietà dello stabilimento di Bolzano e alla famiglia veneta Cortese.  Ad esprimerlo sono i comitati Respira Feltre e di Fortogna, che si dicono «profondamente addolorati per quanto accaduto ed esprimono sentita vicinanza alle famiglie degli operai coinvolti nell’incidente avvenuto nella fonderia Aluminium Bozen».

«Da anni ci impegniamo affinché i livelli di sicurezza all’interno di questa tipologia di aziende sia mantenuto a livelli adeguati. Oggi la preoccupazione si focalizza sulla fonderia Metalba di Longarone, sempre di comproprietà della famiglia Cortese con impianti che sembra siano addirittura meno recenti di quelli di Bolzano», dicono i comitati.

«Ricordiamo che anche la fonderia Metalba di Longarone non è immune da incidenti, anzi: nell’aprile 2018 ci fu l’incendio del filtro a maniche che danneggiò per lungo tempo il sistema filtrante della fonderia provocando emissioni di materiale inquinante non verificate, ma soprattutto il 29 ottobre 2018 quando anche qui un’esplosione nel forno fusorio coinvolse un operaio di 41 anni di Longarone che rimase fortemente ustionato».

Un forno dello stabilimento Metalba di Longarone
Un forno dello stabilimento Metalba di Longarone

«Quanto successo in questi giorni a Bolzano non fa che aumentare l’inquietudine di chi lavora e di chi abita nei pressi dello stabilimento», spiegano i comitati. «Dimostrando purtroppo nei peggiori dei modi a Francesco Cortese, che al contrario di quanto affermava tempo fa sulla stampa nazionale, le fonderie sono pericolose e inquinano costantemente anche se in modo controllato e ai livelli di limite tollerati dalla normativa».

«Per questi motivi chiediamo alle autorità che venga fatta velocemente luce sulle cause e responsabilità di quanto accaduto nella fonderia di Bolzano e che, anche in occasione del rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale che sta avvenendo in queste settimane per la fonderia di Fortogna, vengano messe in atto tutte quelle prescrizioni e iniziative che possano salvaguardare oltre che a livello ambientale, anche a livello di sicurezza, chi ci lavora all’interno e chi abita nei pressi dello stabilimento».

A stretto giro l’azienda ha preso posizione: «Per dovere di chiarezza riteniamo opportuno sottolineare che non vi è alcuna analogia fra l’infortunio avvenuto alla Metalba di Fortogna di Longarone nell’ottobre 2018 e l’esplosione dal tragico epilogo verificatasi in Aluminium Bozen», viene sottolineato da Metalba.

«Rinnovando il nostro cordoglio e la vicinanza alla famiglia di Bocar Diallo, auspicando che lo stato di salute degli altri nostri collaboratori rimasti feriti possa migliorare, proseguiamo il nostro percorso di collaborazione con le autorità competenti affinché emerga la verità su quanto accaduto», sottolinea l’azienda. «Ad ogni latitudine in cui operiamo, in ogni nostro stabilimento, l’attenzione per la salute e il rispetto delle norme è costante e imprescindibile. Al contempo, sono forti gli investimenti che abbiamo messo in campo e che tuttora alimentiamo per promuovere la progressiva riduzione dell’impatto ambientale, andando addirittura oltre i vincoli imposti dalle normative vigenti, anche a Fortogna di Longarone».

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