Megatruffa sui tir all’ex capo: 18 mesi più 150 mila euro

FELTRE. Megatruffa sui camion. L’autista feltrino Amos Colla è stato condannato ad un anno e sei mesi e 900 euro di multa. Ma dovrà anche risarcire il suo ex datore di lavoro e amico Damiano Meda per 150 mila euro, più gli interessi maturati nel frattempo. La truffa si è sviluppata tra Feltre, Cismon e Bassano, nel periodo compreso tra il 2007 e il 24 gennaio 2010 e se n’è parlato anche in televisione, a Striscia la notizia. Tutto parte da un’idea di Colla, che si inventa di avere un ricco zio in Austria. L’imputato è originario di Asolo e lavora spesso lungo la statale della Valsugana, ma garantisce a Meda di avere un parente oltre confine, che sarebbe un pezzo grosso nientemeno che della Benetton e ha un deposito di mezzi pesanti. Potrebbe farli lavorare entrambi per il colosso trevigiano dell’abbigliamento casual.
Emergerà che G.F. ha comprato due costosi autotreni Scania, prima di morire improvvisamente. E a chi possono andare in eredità questi due veicoli? A Colla, certo, ma anche a Meda. Basta solo fare un passaggio di proprietà, il cui costo cambia inspiegabilmente da 1.000 a 45 mila euro ed è solo l’inizio della truffa.
Entra in scena un certo Denis, un cittadino olandese che dice di voler comprare questi camion: se ne vanno altri 50 mila euro. Infine, per fare le cose per bene occorre l’intervento di un notaio di Treviso, che gratis non lavora di sicuro. Tutto compreso, si arriva fino a 150 mila euro. Il meccanismo architettato in maniera così complicata si inceppa e Meda va dai carabinieri a presentare una querela per truffa nei confronti di un uomo, oltre che dipendente, del quale pensava di potersi fidare. Lo zio d’Austria non esiste, non c’è alcuna speranza di cominciare a lavorare per la multinazionale di Ponzano e nessuno ha mai visto questi Scania, con tutto quello che significa.
Alla fine dell’istruttoria dibattimentale (a sei anni dalla denuncia querela) e, dopo aver sentito tutti i testimoni citati, il pubblico ministero Gulli ha ritenuto dimostrata la penale responsabilità dell’imputato, chiedendo una condanna a un anno e un mese di reclusione. Meda si era costituito parte civile con l’avvocato vicentino Albertazzi: quello che voleva era rientrare dei soldi buttati via, senza ottenere niente. Colla ha cambiato un paio di avvocati, affidando l’arringa difensiva al bellunese Fusina, che l’ha conclusa con la richiesta di assoluzione, perché il fatto non costituisce reato. Il giudice Coniglio si è chiusa in camera di consiglio, uscendone con una condanna a un anno e sei mesi e 900 euro di multa, più un risarcimento danni di 150 mila euro, oltre agli interessi e le spese di costituzione di parte civile liquidate in 3.870 euro.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi