Commenti no vax sul pediatra, una delle imputate: «Adesso parlo io»

Sono due le donne accusate di diffamazione aggravata e una anche di minaccia nei confronti del dottor Giangiacomo Nicolini. La farmacista bellunese Cristina Muratore ha anticipato che deporrà durante il dibattimento

Gigi Sosso
Giangiacomo Nicolini con un piccolo paziente
Giangiacomo Nicolini con un piccolo paziente

Pediatra infettivologo diffamato su Facebook. E in un caso anche minacciato, secondo la tesi del pubblico ministero Alberto Primavera. È partito il processo alle due donne, che sono state querelate dal dottor Giangiacomo Nicolini per i commenti sotto un video da 2 minuti e 40 secondi nel quale spiegava perché vaccinare i figli contro il Covid-19, su invito dell’Ulss 1 Dolomiti. Il titolo della campagna era “Io ho vaccinato i miei figli e tu” e il post ha raccolto 778 mi piace, 341 commenti e 133 condivisioni.

Il pediatra e infettivologo Giangiacomo Nicolini nel video
Il pediatra e infettivologo Giangiacomo Nicolini nel video

Sette denunciati hanno versato i duemila euro di risarcimento ai legali dell’azienda sanitaria Erminio e Valentina Mazzucco, uscendo dal procedimento; uno è morto per un arresto cardiaco mentre era in auto auto e Anna Cervo e Cristina Muratore hanno deciso di affrontare il processo, rispettivamente con il difensore d’ufficio Andrea Rui e quello di fiducia Gino Sperandio.

Premesso che gli 8 mila euro finanzieranno vaccinazioni in Africa, soprattutto Muratore è convinta di poter ottenere una sentenza di assoluzione.

Martedì 29 aprile ha preannunciato al giudice Cristina Cittolin che prenderà la parola, quando sarà il momento.

Laureata in Farmacia, all’università di Padova, fino al novembre 2022 ha gestito con una socia la farmacia Veneggia, prima di vendere l’intera società e cominciare a esercitare a partita Iva. Il suo commento era stato: «Peccato ritrovarci medici tanto ignoranti e asserviti a un sistema corrotto. Che tristezza. Per fortuna molta gente si informa. Il castello di carta presto crollerà e chi ha sbagliato pagherà». Dovrebbero essere ascoltati due testimoni.

Più complessa la posizione di Cervo, che non ha solo la diffamazione ma anche la minaccia: «Sa ringrazio il cielo di non dover essere mai una sua paziente e farò di tutto perché i genitori provvedano in modo immediato. Forse dovrebbe tornare alle elementari e che qualche brava maestra torni a insegnarle la lettura e ad ampliare lo sguardo sulla realtà. A sua disposizione, gratis per di più. Lo consiglierei anche di cominciare a correre, senza fermarsi mai e senza girarsi, da ora in poi rischierà di sentire il nostro fiato sul collo».

L’Ulss si è costituita parte civile: prossima udienza il 23 settembre.

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