Medicina estetica: boom del botulino fra le donne venete

Al Nord una maggior frequenza dei trattamenti più invasivi «Meno sole e clima rigido, il decorso è più breve che al Sud»
Interpress/Mazzega Tantucci Venezia, 19.04.2013.- Riverniciati retro negozi sul Ponte di Rialto lato Fontego dei Tedeschi.-
Interpress/Mazzega Tantucci Venezia, 19.04.2013.- Riverniciati retro negozi sul Ponte di Rialto lato Fontego dei Tedeschi.-

PADOVA. Bellezza, secondo le donne venete, fa rima con pelle di pesca. Ma se per tenere la situazione-rughe sotto controllo è sufficiente votarsi a madre natura (e a una schiera di prodotti cosmetici), la musica cambia a partire dagli “anta”. Arrendersi all’età? Giammai. Le signore venete pare rabbrividiscano di fronte alle parole di Anna Magnani, che usava dire di non aver mai pensato di coprire le sue rughe, dato che ci aveva messo una vita a farsele venire. Le venete hanno dichiarato guerra aperta al tempo che passa. Una tenzone che non ha di certo il sentore della lotta contro i mulini a vento, se tra i propri alleati ci sono botox e filler. Secondo uno studio del Collegio italiano delle Società scientifiche di Medicina estetica, le venete non hanno alcun timore di sottoporsi a trattamenti invasivi. Si fanno punzecchiare e inoculare tossine con il sorriso sulle labbra. Il sondaggio fa emergere poi una differenza fondamentale tra donne del Nord e del Sud: nel meridione trionfa la tecnica del peeling, che, invece, è meno “forte” al Nord, dove i trattamenti più in voga sono quelli con tossina botulinica e filler. Complice la minore quantità di sole presente durante le giornata e il caldo meno intenso, in Veneto c’è una maggiore richiesta di iniezioni di botox e filler di acido ialuronico. I trattamenti di tossina botulinica sono quelli che trovano il maggior consenso da parte delle pazienti venete (26%), seguiti dai filler all’acido ialuronico (24%) e dal laser resurfacing (20%). Ma all’orizzonte c’è pure la temuta prova costume, che le donne venete vogliono superare a pieni voti: il 18% chiede terapie anti-cellulite ed il 10% trattamenti di peeling. Emanuele Bartoletti, medico che fa parte del consiglio direttivo del Collegio Italiano delle Società Scientifiche di Medicina Estetica, spiega perché le venete non temono aghi e iniezioni: «Al Nord si affermano di più i trattamenti di medicina estetica più invasivi, perché c’è meno sole e le temperature sono più basse rispetto al Sud. Quindi il decorso post-trattamento è generalmente più breve rispetto alle regioni più calde, dove vi è maggior vasodilatazione. In tutta Italia invece stiamo assistendo ad un boom delle richieste di interventi di peeling. L’esposizione maggiore al sole e al caldo infatti rovina la pelle provocandone un invecchiamento generale». Bartoletti invita però le donne alla cautela: «Diffidare di chi propone trattamenti senza aver fatto al paziente una visita adeguata, di chi non parla o tralascia le possibili complicanze di un trattamento. Pretendere il certificato dei prodotti usati nei trattamenti e il consenso informato».

Fabiana Pesci

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