Medici, a maggio altra pensione «Sistema a rischio collasso»

borgo valbelluna
Otto medici per tredicimila abitanti: tanti ne resteranno dopo il pensionamento di Andrea Dall’O’, medico di base a Villa di Villa, e quello della dottoressa Redetti il primo di maggio.
Non sa più che pesci pigliare il sindaco Stefano Cesa che, dopo la raccolta firme e la richiesta alla Usl di ritirare la determina che pensionava Dall’O’, ha ricevuto anche il “niet” del nuovo direttore generale.
«Abbiamo anche chiesto lumi al ministro D’Incà», continua il sindaco di Borgo Valbelluna, «ma non è possibile riportare in servizio medici che vanno pensionati. È scaduta la convenzione con la Usl e, in quanto medici di base, non possono restare in servizio come fanno invece i medici ospedalieri».
La determina del commissario Rasi del 26 febbraio dice che al compimento del settantesimo anno di età, il 10 marzo, si sarebbe conclusa la convenzione con Dall’O’, medico a Villa di Villa.
«Lui precedentemente aveva inviato la richiesta e si era reso disponibile a continuare, ma con questa determina la Usl gli nega questa la possibilità», continua Cesa. «Noi siamo intervenuti perché la Usl prendesse in considerazione l’eventualità che Dall’O’ potesse restare in servizio: questo tenendo conto del periodo particolare e perché siamo carenti di un medico in una zona periferica che ha tante persone anziane». L’area è quella di Villa di Villa, che comprende anche nuclei sparsi di abitazioni che facevano riferimento all’ambulatorio di via Fabris.
Ma «l’Usl non considera nulla delle sollecitazioni inviate e così risolleviamo il tema con la raccolta firme. Io ho risentito il direttore generale che mi dice che può essere d’accordo sulla non opportunità del momento in cui arriva questo pensionamento e che si rende disponibile ma che non può andare contro la legge. Abbiamo coinvolto anche D’Incà». Ma anche in questo caso non ci sarebbe una strada per lasciare il medico in servizio a Villa.
«L’unica», sottolinea Cesa, «è che un giudice lo riammetta su ricorso presentato dall’interessato contro la delibera di Rasi, come in alcuni casi è accaduto». Una soluzione che farebbe felici un po’ tutti, ma che comunque richiederebbe tempo per essere concretizzata.
«Richieste formali ne abbiamo fatte, abbiamo chiesto anche alla nuova direzione ma non ci sono i termini di legge. Per i dipendenti propri si può concedere la proroga, ma la legge allo stato attuale non consente di farla per un medico di base», conclude Cesa. «Il problema si porrà il primo maggio quando ci sarà un altro pensionamento e ci sarà il collasso. Ma questo succede a Borgo Valbelluna come anche in altri comuni. Attualmente i medici sono nove e dal primo di maggio saranno otto. Fino a pochi anni fa avevamo tredicimila abitanti per dieci medici e molti medici lavorano già con i massimali. Non so cosa posso fare oltre che aver organizzato una raccolta firme».
Carenze che si aggiungono a quelle di altre quindici zone bellunesi in cui manca il medico di base: dall’alta provincia fino alla parte più a sud, passando per tutta la Valbelluna. —
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