Mazzucco non era drogato al volante

Schianto mortale nella galleria dell’A27: la difesa presenta due perizie al Gup che dispone il rito abbreviato
Di Cristina Contento

BELLUNO. Florio Mazzucco non era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti il giorno in cui imboccò l’autostrada contromano e si schiantò contro l’auto del 28enne Daniel D’Ambros De Francesco, che morì sul colpo.

È quanto ha stabilito la perizia che la difesa dell’imputato (l’avvocato De Vecchi) ha affidato all’anatomopatologo capo ufficio di medicina legale della Usl di Venezia, Silvano Zancaner. Per la difesa, gli iniziali riscontri tossicologici sulle analisi, che volevano il conducente dell’Audi A6 sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, sarebbero frutto di un «equivoco, un errato giudizio sui risultati», spiega l’avvocato De Vecchi. Una seconda perizia, affidata sempre dalla difesa ad Alessandro Pesavento, criminologo e psichiatra padovano, attesta che lo stesso Florio Mazzucco è spesso colpito da vuoti di memoria a causa di una frattura cranica subita una decina di anni fa, che gli ha provocato lesioni alla parte del cervello che disciplina le capacità cognitive.

Entrambe le consulenze di parte sono state presentate ieri al Gup Cozzarini, davanti al quale il procedimento penale è arrivato: Florio Mazzucco, longaronese di 58 anni, è imputato di omicidio colposo per la morte del 28enne arredatore di Casamazzagno. L’incidente avvenne il 2 giugno 2012 lungo l’A27, sotto la galleria prima del casello di Cadola: Mazzucco viaggiava contromano e si schiantò con la vettura di Daniel D’Ambros, che seguiva la sua normale marcia. I famigliari del giovane sono parte civile nel procedimento penale, assistiti dagli avvocati Antonio Prade e Massimo Montino (il primo legale fiduciario della Giesse Gestione Sinistri di Belluno, la società specializzata nel risarcimento danni e responsabilità civile alla quale la famiglia D’Ambros ha affidato il suo delicato caso). In aula, proprio per la costituzione, il fratello di Daniel, Stefano, a rappresentare la famiglia.

Il procedimento è ancora in fase preliminare, davanti al Gup: ieri le prime formalità. La difesa ha sondato la via del patteggiamento, ma a quanto pare la richiesta della procura era alta per un incidente gravissimo nelle modalità con cui è avvenuto e per i presupposti di indagine. Parti distanti e patteggiamento negato, dunque: si è deciso invece di procedere con il rito abbreviato, che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo della pena. Il Gup ha fissato la prima udienza per il 19 marzo, quando si entrerà anche nei termini delle consulenze difensive presentate ieri. L’accusa fa riferimento anche a quei risultati di positività riscontrati nell’immediatezza dell’incidente.

«Mazzucco risultò positivo al test sulle sostanze stupefacenti (cannabinoidi), grazie a un doppio riscontro eseguito su sangue e urine», si legge in una nota di Giesse.

Ma secondo la difesa, quanto risultato dalle analisi non è che una “traccia” di una “canna” che l’imputato avrebbe fumato da due a quattro giorni prima l’incidente. Intanto sono iniziate anche le pratiche per il risarcimento alla famiglia del giovane, benchè niente potrà ridargli la vita.

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