Maturità: seconda prova difficileGuarda le soluzioni - SPECIALE
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BELLUNO.
Giro di boa per gli studenti impegnati in questi giorni negli esami di maturità. Ieri la seconda prova ha messo un po’ in difficoltà i ragazzi del Tiziano, che hanno usato quasi tutte le 4 ore a disposizione per terminare la traduzione. «Era difficile» è il commento unanime dei maturandi riuniti nel cortile della scuola. «Di solito si studia il Platone filosofo, qui era un discorso politico», spiega Silvia Cafiero.
«C’erano tanti modi di dire del tempo, difficili da tradurre, e il vocabolario non ci ha dato una gran mano», le fa eco Valentina De March. Altri si sono concentrati maggiormente sul lessico, «molto specialistico, bisognava trovare la parola giusta perchè era una versione molto tecnica», dice Doriano Fossen, mentre Mirco Meneghel ha trovato complicata «la costruzione grammaticale».
Qualcuno è più sereno: «Durante l’anno ne abbiamo fatte di peggiori», dice Lucia Arrigoni, «anche se è sempre greco, quindi non è facile da tradurre». Tutti i maturandi concordano sul fatto che «era un po’ troppo lunga», e tutti tremano al solo sentir nominare la terza prova: «Quest’anno poi, che non si ha neanche il fine settimana per ripassare, mi mette ancora più ansia», conclude Mirco Meneghel.
Anche al Galilei la seconda prova fa venire i brividi, ma i ragazzi sembrano tranquilli. Maria Baldovin e Jacopo Cignaro si stanno confrontando sui risultati nel cortile della scuola quando arriviamo. «Non era facile, ma ci sono stati anni in cui era molto più difficile», esordisce Maria. Gli studenti dello scientifico avevano a disposizione due problemi e 10 quesiti. La prova richiedeva di svolgerne la metà. «I problemi erano sicuramente più difficili dei quesiti», continua Maria, «bisognava stare attenti a leggerli per non rischiare di sbagliare». Jacopo la pensa diversamente, per lui «i quesiti erano peggio».
Ora entrambi si metteranno a ripassare in vista di domani: «Aiuto, quante cose ci sono da studiare», dicono in coro. «Anche se matematica la temiamo, la terza prova è quella che fa più paura di tutte, perchè non si sa che materie usciranno e bisogna sapere tutto il programma».
Alle magistrali Renier il primo a varcare la soglia dell’istituto, alle 11.45, è Giuseppe Bonfanti. «Sono il primo anche oggi?» esclama divertito. Bonfanti frequenta la sezione linguistica del Renier, e ha scelto di svolgere la prova di inglese: «Non era difficile, ma adesso c’è la terza prova. Le più facili sono andate». Il quizzone lo temono tutti, altri si spingono con la mente già all’orale. E’ il caso di Luca Bonetta, anche lui del Renier, ma dell’indirizzo scienze sociali: «E’ quella la prova che mi fa più paura, anche perchè durante l’anno non vengono fatte simulazioni di orali», spiega. «Anzi, sarebbe meglio farle».
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