Mano ustionata ripagato dall’hotel

AGORDO. La mano nella stiratrice. Il lavoratore stagionale asiatico era stato risarcito dalla direzione di un hotel di Agordo con 43 mila euro e la datrice di lavoro Danilla Cattai ha potuto...

AGORDO. La mano nella stiratrice. Il lavoratore stagionale asiatico era stato risarcito dalla direzione di un hotel di Agordo con 43 mila euro e la datrice di lavoro Danilla Cattai ha potuto patteggiare una multa di 1.700 euro. I difensori Vettori e Santalena avevano concordato la pena con il pubblico ministero Rossi e il giudice Scolozzi l’ha applicata. In precedenza, era fallito il primo tentativo a 1.500 euro, con il giudice Coniglio che aveva ritenuto bassa la cifra. Il risarcimento per lesioni colpose ha cambiato molto, se non tutto, a cominciare dal fatto che Ruwan Pathirana Lalith ha rinunciato a costituirsi parte civile con l’avvocato Antoniazzi.

Il 20 maggio di tre anni fa lo stagionale originario dello Sri Lanka stava maneggiando un mangano per stiratura da lavanderia. Una particolare attrezzatura che non si trova nelle case, bensì negli alberghi e permette di stirare velocemente un gran numero d’indumenti. L’uomo doveva sostituire un telo che ricopriva il rullo del dispositivo e, dopo aver riacceso la macchina e premuto un pedale, è stato trascinato con la mano destra, il polso e l’avambraccio nello stesso rullo sotto una piastra calda, riportando ustioni di terzo grado, che gli hanno provocato l’impossibilità di lavorare per più di 40 giorni. Un dolore tremendo, anche perché per liberargli l’arto è stato necessario smontare il mangano. Ed è passato del tempo.

Dopo i rilievi dello Spisal, la procura della Repubblica aveva contestato all’imputata negligenza, imprudenza e imperizia, oltre che l’inosservanza delle norme previste per la sicurezza negli ambienti di lavoro. Secondo l’accusa, non erano state adottate le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica dei lavoratori. Ad esempio, le mani potevano arrivare in una zona pericolosa, perché mancava un’adeguata protezione, senza contare che il dipendente stagionale non era stato formato per bene in materia di salute e sicurezza.

In questo caso, era anche di un paese lontano e sussistevano obiettive difficoltà con la lingua. Arrivava dall’Oceano Indiano e, naturalmente, aveva un contratto a tempo determinato. La prima prova di patteggiamento non era andato bene, a quel punto è diventato decisivo il risarcimento.

Gigi Sosso

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