Manda video erotico ai suoceri: rischia una maxicondanna

Video erotico ai mancati suoceri. Un agordino rischia una condanna a tre anni e otto mesi di reclusione e il pagamento di 15 mila euro di risarcimento danni.
Infatti non gli viene contestata solo la diffamazione, ma anche stalking, lesioni, furto in appartamento di Sedico di un cagnolino chihuahua di nome Gioele e furto aggravato di un telefonino. La Procura e l’avvocato di parte civile Antinucci sono sicuri della colpevolezza dell’analista di una multinazionale. L’unico che pensa sia innocente è il difensore Cason. Il giudice Feletto deve pensarci con attenzione e ha rinviato all’11 marzo per eventuali repliche delle parti e soprattutto sentenza di primo grado.
Quella del video, nel quale ci sarebbe uno spogliarello lasciato a metà, è stata solo l’ultima mossa da Codice penale, ma è anche l’unica che l’imputato è disposto ad ammettere nel corso di una relazione a tratti burrascosa con un’operaia della stessa azienda.
La Procura della Repubblica contesta all’uomo di averla colpita con calci, pugni e schiaffi, provocandole ecchimosi e contusioni alle braccia e allo sterno. Da parte sua l’imputato ha descritto un unico episodio: i due erano a casa e lui voleva andarsene, la donna si è parata davanti alla porta e tutto quello che avrebbe fatto è prenderla per un braccio e spostarla. Tutto questo in funzione del reato di atti persecutori. Disturbo anche sul posto di lavoro, per sottolineare la sua superiorità gerarchica in azienda, sms, messaggi su whatsapp, appostamenti nei pressi dell’abitazione di lei, pedinamenti anche molto evidenti e post su Facebook, con inviti a tornare insieme. Nel frattempo l’uomo aveva buttato via alcuni capi di abbigliamento della ex, ma ha spiegato di aver risarcito il danno con tre regali: un tablet e due magliette.
E poi i due furti: il telefono di fabbricazione americana e il cane. Gioele è sparito; un altro cane della stessa razza di nome Tommy era morto in bagno, in circostanze da chiarire.
Era stato l’imputato a seppellirlo con la collaborazione del fratello, si era permesso di avvertire la donna del fatto che il portoncino d’ingresso dell’abitazione di Sedico era aperto e ha sostenuto di non aver rubato nulla. La donna ha denunciato di tutto, mentre l’uomo respinge quasi interamente le accuse.
A marzo il pubblico ministero potrebbe replicare, in questo caso la parola passerebbe a parte civile e difesa.
Ma potrebbe anche non avere nient’altro da dire e allora il giudice si chiuderebbe in camera di consiglio, per elaborare la sentenza. –
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