L’ultima immagine di don Claudio

Ritrovato il corpo del parroco grazie agli scatti di un fotoamatore. Lo scialpinista fotografato durante la tragica discesa dal monte Pore, prima del distacco della valanga. L’incidente alle 22.12. Il sacerdote è stato investito alle spalle dalla slavina. La salma nella chiesa di Mas, lunedì i funerali in duomo.

IL FOTO-DOCUMENTO Don Sacco scia e la valanga lo travolge
don Claudio Sacco,
don Claudio Sacco,

LIVINALLONGO. La discesa con gli sci su un pendio di neve immacolato, con a fianco quella luna piena che quasi si tocca con un dito, tant’è grande. Poi il lastrone che cede e la slavina che prosciuga l’aria. Erano le 22.12 di mercoledì quando don Claudio Sacco, 65 anni, è stato travolto dalla valanga lassù sul Pore. Ieri il Cnsas l’ha ritrovato senza vita sotto 110 cm di neve. L’ora è quella sulle foto scattate da Virgilio Sacchet, l’appassionato che quella sera dal Giau cercava di «fermare le stelle» col suo obiettivo e ha inconsapevolmente ripreso la sequenza di morte.


E’ stato grazie alle foto di Virgilio Sacchet che ieri il Soccorso alpino ha potuto restringere le ricerche su un fronte della valanga molto preciso, tanto è vero che il corpo senza vita di don Sacco è stato ritrovato verso le 11. Nella sequenza di scatti del 65enne di Castellavazzo (mentre don Sacco sciava, si trovava sul Giau a immortalare il paesaggio), si vede il parroco che scia lungo il pendio: 56” di discesa, poi allo scatto delle 22.12 la valanga è già venuta giù e quel puntino nero sulla neve è sparito. Inghiottito.


Il corpo del parroco di Mas-Peron, è stato trovato lungo una linea di sondaggio, nel centro della valanga del Pore, non distante dalla zona dove erano stati fatti controlli e dal punto in cui un’unità cinofila aveva marcato la neve. L’uomo aveva ancora gli sci ai piedi, i bastoncini attaccati e lo zaino in spalla.


Una volta ottenuto il nulla osta per la rimozione dalla magistratura, la salma è stata trasportata al rifugio Fedare dal nuovo elicottero del Suem di Pieve, che tra l’altro proprio ieri ha compiuto la prima missione di soccorso, anche con la perlustrazione dell’area in mattinata.
Alla ricerca, coordinata dalla Stazione del Soccorso alpino della Val Fiorentina e dalla Delegazione bellunese, hanno preso parte 131 persone, 105 solo del Soccorso alpino. Hanno partecipato 18 delle 20 stazioni, con una decina di unità cinofile da ricerca in valanga e i ragazzi che stanno seguendo il corso da aspiranti soccorritori.


Le ricerche erano riprese ieri alle 7. Le migliori condizioni di visibilità avevano permesso di definire con precisione l’area della grande valanga, scesa in certi canali anche per 800 metri, con un fronte di 6-700, profonda in alcune zone di accumulo anche 3 metri. I sondaggi erano stati effettuati a seconda delle zone e l’elicottero aveva effettuato una ricognizione dall’alto, senza che nulla di nuovo emergesse. Sono state le foto di Sacchet a indirizzare gli uomini del Cnsas: il Soccorso alpino ha avuto quelle che ritraggono don Claudio mentre sta scendendo dal Pore. Il documento ha permesso di limitare l’area di indagine mentre non sono stati di aiuto i problemi notevoli legati alla rete radio insufficiente.


«Don Sacco è stato trovato in una delle zone ritenute importanti per il sondaggio, poco sotto il cambio di pendenza, alla base del pendio che era venuto giù completamente», spiega il vice delegato del Cnsas Gianni Mezzomo. «Probabilmente aveva una torcia frontale mentre scendeva, però con la luna piena sulla neve ci si vede, non dico come di giorno, ma quasi. Il punto che ha ceduto era molto carico di neve: nei giorni precedenti, infatti, c’erano stati molto vento e precipitazioni nevose di vario tipo, anche umide. Da lì si è staccata la valanga: il versante era instabile, sia per il peso della neve, sia per la ripidità del pendio. Dalle foto siamo riusciti a capire la posizione precisa del parroco al momento della tragedia e che la valanga si è staccata quando don Sacco era arrivato al piede di cambio del pendio: probabilmente è stato investito da dietro».

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