Luca Alfonsi indagato per frode fiscale
CORTINA. Quattro diamanti da un milione di euro, un senatore del Pdl già noto alle cronache e un gioielliere tra i più famosi della mondanissima Cortina.
Sono pronti per essere serviti gli ingredienti della nuova saga ampezzana, che pone sotto i riflettori Luca Alfonsi, ex assessore nella prima amministrazione Franceschi e titolare di due gioiellerie, a Cortina e Portofino, in grado di soddisfare anche la clientela più esigente. Nei giorni scorsi i negozi e le proprietà di Alfonsi sono state perquisite dalla Guardia di finanza che ha sequestrato diverso materiale fiscale a partire dal 2008. Ieri il procuratore della Repubblica di Belluno Francesco Saverio Pavone ha spiegato perché il 18 giugno ha emesso il decreto di perquisizione e sequestro, ma soprattutto cosa è emerso in questi primi giorni di indagini: «Luca Alfonsi è indagato per frode fiscale, per aver venduto a un senatore bresciano del Pdl quattro diamanti, che sono stati pagati con assegni da un milione di euro, ma senza l’emissione di alcun documento fiscale».
Il fatto risale all’ottobre 2011, solo un paio di mesi prima dell’ormai storico blitz di Capodanno da parte della Guardia di finanza che, con l’intervento di 80 ispettori, controllò tutti gli esercizi di Cortina in poche ore.Quell’evento scatenò la reazione di molti, Alfonsi compreso visto che era assessore al commercio e presidente dell’Ascom e ieri la procura ha prodotto la rassegna stampa di quei giorni con le dichiarazioni più indignate del gioielliere. Tra queste spiccano frasi come «da me non sono venuti, ma normalmente ho controlli della Finanza e sono sempre in regola. Anche se sono assessore alla polizia locale, pago le multe per divieto di sosta come tutti». Alfonsi definì il blitz delle Fiamme Gialle «uno show mediatico», che ora pare aver chiamato sul palco anche lui.
Ma la vicenda è ancora più complessa. Dopo aver appreso le novità emerse dalla procura, l’avvocato di Alfonsi, Cesare Dal Maso (foro di Vicenza), offre una spiegazione alla vicenda contestata al suo cliente: «Siamo molto stupiti, perché, se il procuratore ci avesse sentiti prima di parlare con la stampa, avremmo potuto spiegare che la compravendita di quei diamanti è già attenzionata dal Gico di Roma». Il Gruppo di investigazione sulla criminalità organizzata, è un reparto speciale della Guardia di finanza, che sta indagando sul senatore acquirente dei diamanti, soprattutto per un’altra vicenda, legata a un ingente e rapidissimo guadagno immobiliare.
In pratica, secondo il legale di Alfonsi, «il senatore bresciano del Pdl Riccardo Conti avrebbe pagato i diamanti con due assegni scoperti e Alfonsi è stato costretto a protestarli e fare un decreto ingiuntivo per riuscire a recuperare i soldi».
La somma di un milione di euro sarebbe stata versata solo un anno dopo l’acquisto (nel 2012), ma la questione non è chiusa perché il senatore vorrebbe restituire i diamanti per riavere i soldi. «Per questo motivo l’operazione è rimasta fiscalmente sospesa», dice l’avvocato Dal Maso, «e la Gdf ne è perfettamente a conoscenza da tempo». Il legale conclude con una considerazione: «Sono scioccato, amareggiato e perplesso per quello che sta succedendo a Cortina. Abbiamo dovuto apprendere la notizia dalla stampa e mi sembra che questo sia un pugno contro le dichiarazioni politiche fatte da Alfonsi quand’era assessore».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi