L’ostello Altanon guarda ai ciclisti

Santa Giustina, celebrata nella struttura la Giornata mondiale dell’acqua

SANTA GIUSTINA. Ostello dell’Altanon e acqua: un binomio imprescindibile per la valorizzazione della struttura che sabato ha ospitato la celebrazione della giornata mondiale dell’acqua. Un’occasione per analizzare la situazione: «In passato è sempre stato fatto un uso equilibrato dell’acqua», ha spiegato Emiliano Oddone di Dolomiti Project, uno dei soci del consorzio In Dolomiti che gestisce l’ostello», mentre in tempi recenti si assiste ad un ipersfruttamento, con progetti che vanno in direzione opposta alla valorizzazione di corsi d’acqua come il Veses che sono rimasti quasi intatti e proprio per questo si prestano ad essere scoperti dagli appassionati». Una delle carte vincenti delle struttura, che potrebbe essere una leva di sviluppo turistico di tutta la Valbelluna, è l’essere direttamente a contatto con le montagne, che si possono raggiungere a piedi, quasi senza mezzi di trasporto. «La nostra zona è rimasta integra», ha confermato Yuri Casanova della cooperativa Mazarol, «non è stata devastata dallo sviluppo degli anni 80, e oggi ci può far progettare una gestione diversa delle risorse, anche se è messa in discussione da progetti assurdi. Il nostro obiettivo è un turismo dolce, che cerca il contatto con la gente e piccole strutture di qualità, il fatto di essere isolati e nascosti in quest’ottica è un punto di forza».

E tra i progetti di crescita per il nuovo anno, c’è l’attenzione al bike tourism, per offrire agli appassionati che scelgono la bicicletta un appoggio adeguato, con uno spazio, recuperato dal magazzino della Centrale, per ospitare le bici e un servizio di sorveglianza e assistenza. Soddisfazione per la costante crescita dell’Ostello è stata espressa dal sindaco di Santa Giustina, Ennio Vigne, invitato in quanto il Comune è proprietario della struttura: «Noi e San Gregorio siamo contrari ai nuovi progetti di sfruttamento, operazioni puramente speculative» ha spiegato, «ma anche questo recupero forse oggi non avrebbe sostegno, mentre invece la centrale idroelettrica è stata la base per un’operazione di recupero più vasta, che oltre all’ostello include anche le vasche di carico a monte, una delle quali sta diventando l’incubatore provinciale per l’allevamento delle trote».

Tutta l’area di Altanon, infatti, dopo l’alluvione del 1966 era stata abbandonata, diventando impraticabile: negli anni 90, con i fondi Cee, è stata completamente recuperata, avviando questa nuova fase di sviluppo che, grazie al Consorzio In Dolomiti sta finalmente lanciando sul mercato la struttura. Ospite del fine settimana lla scuola di musica Venice Mini Fiddlers, che ha scelto l’ostello per un stage di approfondimento per i piccoli allievi, che hanno accettato di partecipare alla serata proponendo alcuni brani preparati appositamente. Molto apprezzato è stato anche l’intervento di Daniela Perco, direttrice del museo etnografico di Serravella, che ha proposto una riflessione sul rapporto storico dei bellunesi con l’acqua, dal ruolo taumaturgico di alcune fonti alla storia degli zattieri e dei “menadas” che rischiavano la vita per condurre a mare il legname, non senza ripercorrere miti e leggende che la riguardano. E si parlerà in parte ancora di acqua anche il prossimo 24 aprile, quando l’Ostello ospiterà la festa dell’Ecoturismo, in concomitanza con l’inaugurazione delle passerelle in corso di realizzazione lungo il Veses con il contributo del Gal, che renderanno completamente fruibile il percorso che lo collega al centro del paese e al Mulino di Santa Libera. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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