Lorenzoni e i candidati del Pd bellunese «Nessun territorio dev’essere periferico»
Belluno
Una squadra di esperienza per affrontare le esigenze del territorio. Sanità, infrastrutture, un territorio fragile e che va tutelato,c ome dimostrano le frane che scendono ad ogni temporale intenso: sono queste le priorità del Bellunese per Arturo Lorenzoni, candidato della coalizione del centrosinistra alle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale.
Lorenzoni ha trascorso una giornata in provincia, ieri: in mattinata ha incontrato le categorie economiche e i sindacati e poi ha presentato la lista del Partito democratico bellunese per l’appuntamento con le urne del 20-21 settembre. «Una squadra che rappresenta il territorio e che mette assieme grande esperienza», ha introdotto la segretaria provinciale dem, Monica Lotto. «Una squadra che guarda al futuro, alle tante necessità del territorio, che ben conosciamo».
Tutela del lavoro e del territorio, difesa della sanità in montagna, sviluppo delle infrastrutture per combattere lo spopolamento. Sono queste le priorità sulle quali lavorare, per Lorenzoni e per i candidati dem bellunesi. «Il dialogo sarà fondamentale», ha spiegato il capolista Edi Fontana, una lunga esperienza come amministratore. «La Regione non deve gestire solo il quotidiano, per il nostro territorio serve un piano, una prospettiva».
Serve l’autonomia, «dando applicazione alla legge 25, di cui da cinque anni non si parla più», ha continuato. «Poi serve lavorare affinché ad ogni temporale non succeda un disastro. E dobbiamo riuscire ad attrarre i giovani e a mantenerli a vivere nel territorio. Per questo bisogna lavorare sui servizi ai cittadini».
Il tema cardine per il Pd è la difesa della sanità nelle terre alte. «Non servono reparti specializzati ovunque, ma deve essere assicurato un servizio di urgenza/emergenza in grado di curare chi sta male anche in montagna», ha aggiunto Fontana, citando anche l’elisoccorso notturno del quale la provincia di Belluno non può più fare a meno.
«Nelle terre alte il sistema sanitario è stato impoverito ed è incapace di dare risposte ai cittadini», ha aggiunto Fabio Candeago, medico psichiatra in pensione di San Vito di Cadore. «Bisogna ripensare e potenziare la medicina del territorio, è fondamentale».
«Era il 14 luglio 2007 quando il consiglio provinciale, con in testa Sergio Reolon, andò a Venezia a chiedere autonomia. E non l’abbiamo ancora avuta», ha detto Maria Teresa De Bortoli, anche lei con anni di esperienza come amministratore.
Cristina De Donà vuole essere «la voce dei cittadini in Regione», Adis Zatta vuole portare innovazione in Regione: «La nostra provincia è un serbatoio di valori ambientali e turistici, che vanno messi a frutto», ha detto puntando l’attenzione anche su quanto sia più faticoso vivere e amministrare in montagna.
«Bisogna capire se questa regione merita una politica che scende in campo o si accontenta di chi sta sempre sugli spalti», ha concluso il deputato Roger De Menech. «Possiamo continuare a stare con chi ci narra il Veneto senza mai entrare in campo, votando un usato sicuro ma fermo, oppure scegliere chi ha voglia di affrontare le sfide, e anche le criticità che ci sono nella nostra regione. Noi vogliamo affrontare quelle sfide», ha aggiunto, ricordando che «il Pd ha portato un miliardo per le infrastrutture in questa provincia, e altre risorse arriveranno. Il Veneto», ha concluso, deve riprendere ad essere protagonista delle scelte».
«Nessun territorio deve essere considerato periferico», ha chiuso Lorenzoni. Ma perché ciò accada serve l’autonomia: «Autonomia è ascoltare i territori e fare gli investimenti che servono», ha aggiunto il candidato che sfiderà Luca Zaia il 20 e 21 settembre. «Ci vuole pazienza, ma siamo pronti ad ascoltare il territorio e le sue necessità». —
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