«L’onorificenza a Tito si può togliere cambiando la legge»

BELLUNO
«Il coronamento di un percorso iniziato ormai diversi anni fa in provincia di Belluno». Così Luca De Carlo, deputato di Fratelli d’Italia e sindaco di Calalzo, definisce la proposta di legge che porterà a Roma a settembre, alla riapertura dei lavori in Parlamento. «Una proposta di legge che risponde a una battaglia storica della destra italiana», sottolinea De Carlo. «L’obiettivo è consentire la revoca dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al Merito, con decorazione di Gran Cordone – la più alta della Repubblica italiana – anche post mortem, qualora l’insignito si sia macchiato di crimini crudeli e contro l’umanità universalmente riconosciuti. È il caso Josip Broz Tito, il sanguinario “maresciallo Tito”».
De Carlo aveva già scritto nel 2011 al presidente della Repubblica, Napolitano. Poi la battaglia portata avanti con Giovanni Ghiglianovich, profugo di Zara dal 1944 e residente a Belluno dal 1968, presidente del Comitato provinciale dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. «Grazie all’intercessione dell’allora prefetto di Belluno, avevamo avuto una risposta da Roma, venendo a scoprire che l’onorificenza non si può togliere perché la persona interessata è morta», aggiunge. «Detto questo, ora mi trovo in un “posto” diverso e mi sono mosso per fare un’ulteriore proposta: cambiare i criteri della legge, la 178 del 3 marzo 1951, con cui sono stabiliti i criteri per l’attribuzione dell’onorificenza dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”».
La proposta sarà firmata da tutto il gruppo di Fdi e dal deputato di Gorizia Guido Pettarin. —
Martina Reolon
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi