Lo strano Natale di Tom

Martina Cesca
Martina Cesca

La notte di Natale si sa, è una notte magica. Nelle case di tutti i bambini avviene sempre qualcosa di speciale. Anche il Natale di Tom è un Natale particolare: vediamo che cosa accade...

Era la vigilia di Natale e Tom insieme alla sua mamma stava finendo di addobbare la casa per fare una sorpresa al papà che sarebbe tornato dal suo lungo viaggio proprio la mattina di Natale. Tom e la sua mamma non volevano un albero qualunque fatto di palline o pupazzetti e decisero così di appendere sui rami un sacco di caramelle e dolcetti tutti colorati e diversi tra loro! Per trovarli hanno dovuto faticare, mica tutti i negozi avevano quello che cercavano. Oltre all'albero, stavano finendo di costruire anche un piccolo, ma grazioso presepe.Tom era sicuro che al suo papà sarebbe piaciuto tanto.

“Ecco, abbiamo fatto proprio un ottimo lavoro” esclamò la mamma soddisfatta. “Si! Sono sicuro che il papà resterà a bocca aperta quando entrerà in casa. Ora che abbiamo sistemato l'albero, magari Babbo Natale ci porterà qualche regalo, vero mamma?” rispose Tom saltellando dalla gioia. “Credo proprio che passerà questa notte, con un albero così bello e originale. Speriamo solo che con i suoi aiutanti non si mangino tutte le caramelle. Ora però andiamo a nanna, altrimenti domani mattina sarai troppo stanco per scartare regali”. “No mamma, aspetta” disse Tom con aria preoccupata, “non abbiamo più finito il presepe! Come facciamo a lasciarlo così, senza il muschio? Guarda le statuine degli animali, sono tristi così. E Gesù bambino se ne accorgerà, dobbiamo fare qualcosa!”.

“Oh Tom, non ti preoccupare, anche se non hanno il muschio le statuine sono felici lo stesso e sicuramente Gesù Bambino non si accorgerà nemmeno di questa mancanza, anzi sarà tanto felice di essere qui nella nostra casa”. “Ma anche al papà piacerebbe tanto il presepe con il muschio...”. “Forza, andiamo a dormire e non ti preoccupare, vedrai che il tuo presepe e l'albero strano piaceranno al papà e anche alle statuine”. La mamma accompagnò Tom nella sua cameretta, gli lesse un po' del suo libretto preferito e con un bacio gli diede la buona notte. Tom era talmente stanco che, anche con tutte quelle preoccupazioni per la testa, si addormentò subito.

Dopo un' ora, o forse due, mentre dormiva e sognava, qualcuno disturbò il suo sonno. “Tom, ehi Tom sveglia! Toooooom!”. Una strana voce lo richiamava e qualcosa di abbastanza pungente e fastidioso gli toccava il braccio.
Un po' impaurito e confuso aprì gli occhi e subito balzò a sedere sul letto urlando. “No non urlare, altrimenti sveglierai tutti quanti, non ti farò niente di male”. Tom che ancora tremava dalla paura disse: “Ma tu chi sei e cosa vuoi da me?”. “Ma come, non mi riconosci? Sono io, il tuo albero! Mi hai decorato proprio tu con la tua mamma”.

Tom sempre più confuso guardò l'albero dall'alto in basso un paio di volte: non riusciva  a credere si suoi occhi.
“Ora non abbiamo tempo, Tom ho bisogno di te! Tutti gli animaletti del presepe sono scomparsi, non so cosa volessero fare ma temo che si stiano mettendo in pericolo. Li ho sentiti parlare del bosco qui a fianco e tu sai quanto sia pericoloso li dentro. Dobbiamo cercarli, altrimenti...”. L'albero sembrava molto preoccupato. Spiegava tutto parlando molto velocemente e muovendosi avanti e indietro, come se la cosa fosse veramente grave. Tom si alzò dal letto e corse in salotto, vicino al caminetto dove aveva costruito il presepe e... sorpresa: tutti gli animaletti erano veramente scomparsi.

Velocemente si mise la giacca, infilò le scarpe e insieme all'alberò si incamminò verso il bosco. I due camminarono e camminarono chissà per quanto tempo. Il bosco non era certo un luogo divertente e Tom iniziò ad avere paura. Più andavano verso il centro della foresta e più tutto diventava buio e poco rassicurante. L'albero se ne accorse e gli strinse la mano. Insieme continuarono la loro ricerca. Quando ormai stavano per arrendersi Tom sentì un rumore. Facendo attenzione si avvicinarono e con sorpresa videro che erano proprio loro: Il bue, l'asino, il maiale, la pecorella e il cane, tutti intenti a cercare qualcosa. "Ehi, passatemi un secchiello, non ci sta più niente qui” urlò la pecora che si trovava in alto ad un muretto sventolando un sacchetto. L'asino e il bue erano intenti a sistemare delle altre borse in una carriola, mentre il cane e il maiale staccavano qualcosa nella parte bassa del muretto.
Tom e l'albero gli andarono in contro felici di averli ritrovati “Vi abbiamo trovati!” esclamò Tom “cosa vi è saltato in mente? Perchè siete scappati dal presepe proprio la notte di Natale? Gesù bambino ha bisogno di voi”.

Gli animali guardarono Tom e l'albero con aria dispiaciuta. “Scusa ma volevamo fare una sorpresa e raccogliere il muschio da mettere nel presepe.Tu ieri sera hai detto che anche il Bambino Gesù era triste perchè mancava il muschio e così...”. L'asinello non riuscì a finire il suo discorso che si sentì un forte rumore provenire proprio da li, vicino al muretto in cui stavano raccogliendo il muschio. Tutti indietreggiarono e restarono immobilizzati dalla paura quando si trovarono davanti un enorme orso peloso che sembrava un po' addormentato e tanto, tanto arrabbiato. Tom, l'albero e gli animaletti si strinsero tutti insieme e iniziarono a tremare dalla paura. L'orso spalancò la bocca e urlò a gran voce “Aaaarrghhh! Chi osa disturbarmi mentre dormo? Nessuno può avvicinarsi alla mia tana d'inverno, chi siete voi?”.

Vedendo gli animaletti tanto impauriti, Tom decise di parlare all'orso cercando di calmarlo “Si... si... signor Orso! Scusi tanto i miei amici, ma loro non sapevano che questa fosse la sua casa e non intendevano disturbare il suo sonno”. “Tu, piccolo di uomo” rispose l'orso sollevando Tom di peso “ora tu sei diventato la mia cena”. Gli animaletti subito cominciarono ad urlare per cercare di aiutare Tom: “No, signor Orso, mangi me, sono più buono” disse il maialino avvicinandoci all'orso. “Si mangi noi! Tom non centra niente, siamo noi che ti abbiamo disturbato” intervenne il bue. L'orso appoggiò il piccolo Tom a terra e disse: “Sapete cari amici, avete ragione, mangerò voi...per primi, e il cucciolo di uomo lo mangerò alla fine, come dolce”.

I cinque animaletti insieme a Tom e l'albero furono costretti dall'orso ad entrare nella sua grotta. Subito li legò tutti insieme lasciando l'albero in un angolino. “Tu albero, quando non mi piacerai più ti userò per accendere il fuoco”. L'orso tutto felice si stava ormai preparando la tavola, il suo sarebbe stato un vero pranzo di Natale! Ma proprio quando nessuno aveva più speranza, l'alberello dal suo angolino parlò: “Orso, aspetta. Prima di mangiare i miei amici, vorrei farti assaggiare una cosa buona buona...” con calma si avvicinò al grande orso e gli diede una delle sue caramelle appese ai rami. “Su, prova ad assaggiare e dimmi cosa te ne pare”. L'orso un po' perplesso gli strappò la caramella dalle mani e subito la mangiò. “Ehi!” disse leccandosi i baffi “ma è buonissima, vieni qua”. E cominciò a strappare una dopo l'altra tutte le caramelle dal povero alberello. Quando ebbe finito di mangiarle tutte, si sdraiò sul suo lettone a riposare. Qualcosa però non andava: subito infatti cominciò a lamentarsi: “Ohi ohi! Che mal di pancia...”.

"Hai mangiato troppe caramelle” strillò il cane mentre l'alberello tagliava la corda che li teneva stretti. “Aiutatemi, vi prego, ho troppo male” disse l'orso con le lacrime agli occhi. Gli animaletti, Tom e l'albero si guardarono tra di loro e si avvicinarono all'Orso dolorante. La sua pancia era talmente enorme che una sola mano per massaggiarla non sarebbe certo bastata! Così si misero tutti quanti ad accarezzargli la pancia fichè l'orso non smise di lamentarsi. “Grazie, il mal di pancia mi è passato” strillò l'orso rimettendosi in piedi poco alla volta, "come posso ringraziarvi?”. “Ti prego lasciaci andare” disse Tom ancora spaventato. “Certo che vi lascio andare! Scusatemi se sono stato così cattivo con voi ma quando qualcuno mi disturba mentre dormo mi arrabbio veramente”.

Gli animaletti e Tom spiegarono all'orso a cosa gli sarebbe servito il muschio, così insieme presero dal muretto fuori dalla sua tana quello più bello. Quando ebbero finito decisero di festeggiare la nuova amicizia. Tutti erano felici e contenti. Tutti... tranne il povero albero che per sfamare l'Orso aveva dato tutte le sue caramelle e ora se ne stava nel suo angolino tutto spoglio e triste. “Ragazzi, aspettate un momento” disse Tom guardando l'albero “non possiamo lasciare così il nostro amico albero! É tanto triste...”. Tutti andarono a consolarlo ma neanche gli abbracci e le pacche sulla spalla non funzionarono: l'albero così spoglio si vedeva brutto e non riusciva più a sorridere. “Dobbiamo trovare una soluzione” disse l'asinello. “Ma certo” urlò Tom saltellando felice verso le carte delle caramelle che l'Orso aveva lasciato a terra, “che ne dite di provarci con queste?” continuò sventolando alcune carte. Tutti quanti si misero a raccogliere le carte delle caramelle e ognuno le ritagliava dando a queste delle forme strane e divertenti. L'orso, che era il più grande, attaccava le cartine sui rami più alti, mentre tutti gli altri decoravano i rami più bassi. Dopo pochissimo tempo l'albero era di nuovo tutto addobbato e bello colorato! Le caramelle non c'erano più, ma con le carte tagliate dai nuovi amici era ancora più bello.

Finalmente anche l'alberello tornò a sorridere e tutti insieme festeggiarono felici. Dopo qualche risata insieme Tom, gli animali e l'albero salutarono l'amico Orso e si riavviarono di corsa verso casa prima che qualcuno si accorgesse della loro mancanza. Per fortuna arrivarono giusto in tempo. Tom si infilò in fretta sotto le coperte e subito la mamma entrò nella sua cameretta: “Tom! Tom! Vieni a vedere cosa è successo”. Insieme andarono nel salotto e... il presepe era in ordine, anzi, era appoggiato su un manto verde di muschio fresco! E l'albero era diventato bellissimo anche se misteriosamente tutte le caramelle erano scomparse.

“Ma cosa sarà mai successo? Forse Babbo Natale aveva fame e ha mangiato le caramelle? Guarda Tom, ti ha portato il muschio, hai visto? Ora si che Gesù Bambino sarà felice”. La mamma sembrava non credere ai suoi occhi. Qualcuno suonò alla porta e Tom andò di cosa ad aprire “Papà” disse saltandogli in braccio, “Buon Natale piccolo mio!”. “Vieni a vedere papà, questa notte è successa una magia sai...”. I due andarono nel salotto e subito iniziarono a scartare i regali che c'erano sotto l'albero decorato con le carte di caramelle. “Questi sono l'albero e il presepe più belli che abbia mai visto in vita mia, mi avete fatto un regalo meraviglioso” disse il papà abbracciando forte Tom e la mamma. Nessuno sapeva cosa fosse successo quella notte, ma i nuovi amici di Tom avevano reso il suo Natale il più bel Natale di sempre.

Martina Cesca, 24 anni, vive a Longarone. Laureata in Scienze dell'educazione e della formazione, curriculum Prima Infanzia, lavora come insegnante all'istituto comprensivo di Pieve di Cadore.

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