Livinallongo del col di lana: Casa di riposo, scontro aperto sulla nomina della direttrice

Templari attacca il sindaco: «È in pensione, non può ricoprire ruoli dirigenziali» Polemica anche sui ritardi dei lavori per il parcheggio vicino all’Hotel Boè

LIVINALLONGO. Scontro a 360 gradi in consiglio comunale a Livinallongo sulla gestione della casa di riposo Villa San Giuseppe. Minoranza all’attacco dopo le risposte, giudicate insufficienti ed evasive, sulla nomina del direttore, sui decessi durante l’emergenza Covid e sui concorsi per l’assunzione di personale. «È illegittima», tuona Daniela Templari, «la nomina della direttrice Mara Case. È in pensione da cinque anni».

Critiche anche per la risposta all’interrogazione sui parcheggi al Campolongo. La consigliera di opposizione Silvia De Dorigo Delmonego bacchetta il primo cittadino: «Falso dare la colpa dei ritardi nei lavori alla ditta Laguscei».

Consiglio comunale infuocato quello di mercoledì a Livinallongo. Tre ore e mezza di discussioni accese, con la minoranza all’attacco del sindaco Grones sugli otto punti all’ordine del giorno.

Ad accendere la miccia delle contestazioni e delle polemiche quanto riportato nei verbali della seduta precedente, in particolare quelli che riguardavano le risposte e la discussione in merito a quattro interrogazioni presentate dall’opposizione sul problema dei parcheggi al Passo Campolongo e sulla gestione della casa di riposo Villa S. Giuseppe. Daniela Templari ha contestato la mancata citazione di alcune parti definite importanti della discussione e per questo ha chiesto anche che i consigli vengano registrati.

In merito alla prima interrogazione il sindaco aveva risposto con un lungo excursus del progetto di realizzazione di un parcheggio vicino all’Hotel Boè, iniziato nel 2011, quando Giorgio De Dorigo (nonno della consigliera di minoranza) proponeva al Comune, per conto della ditta Laguscei snc, di poter depositare il materiale di scavo nell’area a monte dell’hotel Boè, destinata dal Prg a parcheggio pubblico. Nella sua risposta, tra l’altro, Grones imputava alla ditta la mancata presentazione di alcuni incartamenti; tra questi gli esiti delle verifiche di competenza sulla regolare realizzazione degli interventi e quanto e che tipologia di materiale sia stato depositato. E inoltre affermava che «non vi è traccia del contratto stipulato il 20 luglio 2012».

Dichiarazioni che hanno fatto infuriare la consigliera comunale la quale, dopo una dura requisitoria contro il sindaco, definito «inadeguato «e «imbonitore», e dopo aver chiesto le sue scuse pubbliche «per aver offeso un’azienda che ha contribuito allo sviluppo turistico di Fodom», ha presentato i documenti, rivelando di averli avuti dall’ufficio tecnico.

La discussione si è poi spostata sui chiarimenti chiesti in merito alle modalità di nomina del direttore di Villa S. Giuseppe. Il sindaco aveva risposto che Mara Case ricopre l’incarico in base alla delibera n. 3 del 6 settembre 2019 del cda della Asp Fodom Servizi che gestisce la struttura. Incarico svolto «a titolo gratuito, con sensibile risparmio economico per l’azienda».

Troppo poco per la consigliera Templari:«Avevamo chiesto i termini di legge che giustifichino questa nomina. La signora Case è in pensione da cinque anni e per legge non può ricoprire incarichi dirigenziali. Perché non si è cercato un sostituto? In un anno ben 19 dipendenti hanno dato le loro dimissioni volontarie. È evidente che c’è qualcosa che non va nella gestione della struttura». —
 

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