L’inglese nella storia a Sappada: solo lui con Merckx e Simoni
SAPPADA. «Sappada è un posto magnifico. Tornarci in vacanza? Può essere, ma in questo momento non ci sto pensando, ho la mente rivolta altrove, per le vacanze c’è ancora tempo». Simon Yates ruba la scena anche nel post gara. La vittoria di Sappada spinge l’inglese, fratello gemello di Adam, nella storia del Giro d’Italia: insieme a Merckx e Gibo Simoni è l’unico ad aver vinto tre tappe con la maglia rosa addosso.
«Non me l’aspettavo di riuscire a compiere questa impresa, sono felicissimo, ma l’obiettivo è la classifica finale. Le vittorie di tappa sono una grande soddisfazione che finisce nel cassetto dei ricordi la sera stessa. Non c’è tempo per cullarsi sugli allori e guai a pensare che il Giro d’Italia è già finito. Ci aspetta un’altra settimana durissima».
Yates ripercorre così le fasi calde della tappa Tolmezzo-Sappada: «Abbiamo preso tanta pioggia. La discesa dal passo di Sant’Antonio è stata molto veloce, poi sull’ultima salita sentivo la gamba che giravano bene e allora ho chiesto ai miei compagni di spingere sull’acceleratore. Avevo capito che qualcuno non ne aveva più e ne ho approfittato».
La vittoria di Sappada, arrivata il giorno dopo la cavalcata sullo Zoncolan, spinge di diritto l’inglese sul trono del grande favorito per la vittoria finale: ma sarà davvero così? «Non lo so, non credo» risponde sorridendo Yates, «c’è una cronometro importantissima all’orizzonte nella quale Dumoulin sarà il grande favorito. Due minuti non sono tanti per cui aspettiamo la cronometro per capire come stanno realmente le cose, al momento non mi sento di sbilanciarmi. No, non mi sento il grande favorito o almeno non ancora».
Eppure la tappa di Sappada ha detto che l’olandese vincitore in carica non se la sta passando benissimo, così come Froome e il povero Fabio Aru. «Eravamo reduci da una tappa durissima come quella dello Zoncolan, sono stanco anche io, non pensate il contrario. Queste due sono state tappe molto difficili arrivate l’una dopo l’altra con poche ore a disposizione per recuperare. Al traguardo dopo lo Zoncolan mi sono seduto per terra non perché ero sfinito, ma perché ero un po’arrabbiato. Mi sarebbe piaciuto vincere davanti a quel pubblico straordinario. Sulle strade del Giro c’è una passione incredibile, anche qui sotto la pioggia c’era tantissima gente ad applaudirci, è uno spettacolo nello spettacolo che ci spinge a dare sempre il massimo. È stato così per me sullo Zoncolan, dove volevo vincere ma ci ho riprovato a Sappada e per fortuna è andata bene».
Yates aveva annunciato la “caccia” ai distacchi nella Tolmezzo-Sappada e così è stato: «Ho già detto che alle porte c’è una cronometro nella quale parto nettamente sfavorito nei confronti di Tom Dumoulin. Per questo avevo bisogno di guadagnare il più possibile per poi presentarmi alla Trento-Rovereto con maggiore fiducia. Ho spinto sui pedali negli ultimi dieci chilometri con questo preciso obiettivo».
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