L’incendio di San Vito è stato scatenato dal termofungo esterno

Colpa di un termofungo. Potrebbe essere stato un elemento dell’impianto di riscaldamento della terrazza esterna a innescare il furioso incendio, che sabato pomeriggio ha distrutto il ristorante “Il Vizietto” di San Vito di Cadore, coinvolgendo quasi tutto il fabbricato e lasciando senza casa almeno otto condomini, al numero 51 di via Nazionale. Il sopralluogo del Nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco è terminato, ma l’intero stabile rimane sotto sequestro, oltre che inagibile.
Non si può escludere che i pompieri debbano tornare per fare degli altri accertamenti, nel frattempo l’ipotesi più seguita è quella colposa, dovuta al corto circuito di questa specie di stufa o al suo surriscaldamento.
Fin da subito, era stata poco meno che scartata la possibilità che si fosse trattato di un incendio doloso, vista l’ora del giorno e il traffico di ritorno dalla gara di Coppa del Mondo di sci femminile. Le fiamme si sono scatenate tra le 15.30 e le 15.40 e sono partite dalla terrazza esterna, anche a sentire il testimone che ha chiamato il 115, facendo intervenire tutti i vigili e i mezzi disponibili in Cadore, Comelico e Ampezzo.
Non dall’interno del ristorante, dunque, come era trapelato in un primo momento, più o meno con le stesse modalità: guasto elettrico o attrezzatura surriscaldata. Ci sono almeno sei appartamenti gravemente danneggiati, comprese le mansarde. Gli unici ambienti risparmiati dal rogo sono quelli dell’estetica “Non ti scordar di te”. A proposito, la gestione assicura sul proprio profilo Facebook che la riapertura è prevista nei prossimi giorni, non appena ci sarà il via libera della magistratura. Più lunghi i tempi per gli appartamenti, che prima erano stati invasi dal fuoco e poi dall’acqua.
Una prima stima a spanne parla di danni per almeno un milione di euro. Meno male che non ci sono state esplosioni, un pericolo concreto nelle cucine. —
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