L’imputato è morto, il processo va avanti

BELLUNO. Fino a quando il certificato di morte non verrà prodotto, Renato Zanon resta a processo. Si è aperto ieri il dibattimento a carico di quattro persone, a giudizio con accuse diverse, ma tutte legate al noto artista di Castelfranco, vissuto per molti anni a Feltre dove aveva una galleria d’arte e antiquariato in Borgo Ruga.
Zanon, classe 1939, è mancato ad agosto e il tribunale aveva chiesto alla cancelleria di acquisire il certificato di morte, ma il documento non è arrivato in tempo per l’udienza di ieri e nulla si è potuto fare con gli articoli di stampa dedicati alla scomparsa dell’artista e prodotti ieri dal suo legale.
Il giudice ha quindi rinnovato la richiesta del certificato e, nell’attesa ha rinviato il procedimento a carico di Zanon e di un secondo imputato al 25 marzo, mentre hanno ottenuto di accedere al rito abbreviato condizionato ad una perizia calligrafica gli altri due imputati, con udienza per l’incarico al perito fissata per la prossima settimana.
Zanon e i due imputati che verranno giudicati con il rito abbreviato sono accusati di ricettazione e falso per aver detenuto ai fini del commercio opere d’arte non originali. Nello specifico, si tratta dei 25 quadri sequestrati al pittore feltrino dai carabinieri del nucleo Tutela del patrimonio culturale di Bologna nel 2012.
Durante quei sequestri, venne trovato anche un piatto di interesse archeologico, risalente al V secolo a.C. Il piatto era del quarto imputato (difeso dall’avvocato Luciano Perco) che lo aveva dato a Zanon perché ne indicasse autenticità, datazione e valore storico e commerciale e ora è imputato di aver detenuto quel piatto senza denunciarlo.
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