L’ex sceriffo e la vigilessa usavano tre schede sim

BELLUNO. L’ex comandante della polizia municipale Danilo Salmaso e la vigilessa Cristina Fistarol avevano in uso tre diverse schede telefoniche. Il motivo? La vigilessa, in una telefonata, intercettata dalla polizia, disse allo “sceriffo” che non si poteva più parlare sulla solita utenza, facendogli intendere di sapere o, addirittura, di essere venuta a conoscenza che venivano intercettati. E così avrebbero usato schede sim intestate ad un calabrese, tramite l’interessamento di un altro vigile.
È quanto è emerso nel corso dell’udienza di ieri, che vede lo “sceriffo”, 66 anni (difeso dall’avvocato Anna Casciarri), la vigilessa, 46 anni, ed il marito di quest’ultima, Roberto Pinton, 53 anni (difesi dall’avvocato Patelmo), alla sbarra con diverse accuse: lesioni personali aggravate, ingiurie, minacce e violenza privata.
Il processo riguarda la presunta aggressione che il brasiliano avrebbe subìto al comando dei vigili urbani il 5 settembre 2008. Quel giorno Edvanei s'era recato al comando dei vigili urbani per riprendersi la macchina sequestratagli un mese prima dai vigili per essere stato sorpreso a viaggiare senza patente. Un sequestro che, secondo la versione dell'italo-brasiliano, fu una sorta di vendetta dei vigili, dopo la sua denuncia alla questura, qualche mese prima, del caso delle patenti false che aveva inguaiato Salmaso e Fistarol. Quel giorno al comando c'era un concorso per due posti per vigile urbano. Dopo aver atteso dieci minuti in un corridoio accanto a quello del piantone, Edvanei sarebbe stato sorpreso alle spalle da Salmaso e pestato, alla presenza anche dell'ex assessore Reolon. «L'aggressione - ha spiegato durante il suo esame in aula Edvanei - è durata quindici-venti minuti al massimo. Durante il pestaggio io non ho mai reagito. A salvarmi è stato un vigile che fungeva da piantona».
Nel corso dell’udienza di ieri sono stati sentiti diversi testimoni tra i quali il dirigente di polizia, Patrik Pampaloni, ed un ispettore della Digos. È stato durante la testimonianza di quest’ultimo che ad un certo punto è scoppiata la “bagarre” in aula tra pubblica accusa e difesa. Il pubblico ministero ha infatti espressamente chiesto se dalle intercettazioni telefoniche risultasse che tra lo “sceriffo” e la Fistarol intercorresse una relazione che andasse oltre il mero rapporto professionale. Una domanda che ha fatto infuriare le difese che hanno chiesto al giudice di non accoglierla, non ritenendola pertinente ad un processo per lesioni. Il giudice Antonella Coniglio, invece, ha accolto la domanda del pm, volta a dimostrare la natura dell’interesse di tetula reciproca tra Fistarol e Salmaso. La risposta dell’ispettore è stata positiva ossia che tra i due sarebbe effettivamente intercorso un rapporto che andava oltre quello professionale. Il processo riprenderà il 28 gennaio.
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