L'«Emilio Vedova» era un falso d'autore
Acquista su eBay per 410 euro un dipinto con la firma del noto artista veneziano

L’interno di un’aula del tribunale
BELLUNO.
Acquistò su eBay un dipinto firmato "Emilio Vedova". Si trattava di un'opera particolare che il venditore aveva acquistato in un mercatino rionale a Mantova per 250 euro e lo rivendette per 410 euro al bellunese Egidio Fiorin, classe 1944. Il punto è che quell'opera acquistata nel sito di aste on-line s'è rivelata poi un falso d'autore. Da qui un processo per truffa a carico del venditore. Il processo a Salvatore Maciullo, 42 anni di Verona, è iniziato ieri, nell'aula al primo piano del tribunale. Maciullo, secondo il capo d'imputazione, è accusato di aver venduto a Fiorin, nel dicembre del 2007, il dipinto, assicurando che si trattava di un 'opera autentica del noto pittore ed incisore veneziano, deceduto cinque anni fa. Nel corso dell'udienza di ieri è stato sentito, come primo testimone, un esperto d'arte, docente all'Accademia di Brera. Il consulente non ha avuto dubbi: si tratta di un falso d'autore "che a mio giudizio - ha detto in aula - non ha alcun valore". Nel corso della sua deposizione il consulente ha precisato che quella acquistata da Fiorin era una "brutta copia" di un'opera grafica multipla di Vedova, stampata in 99 esemplari, tutti uguali, del valore ciascuna dai 3.000 ai 5.000 euro. Nel corso dell'udienza è stato sentito anche l'imputato, che ha fornito una versione dei fatti lineare. Maciullo ha precisato di essere un appassionato di oggettistica e di fare spesso affari on-line sul sito delle aste telematiche. «Non ho mai avuto problemi - ha spiegato - prima di questa denuncia che mi è arrivata del tutto inaspettata. Preciso di aver posto in vendita su eBay quell'opera, che recava la firma di Emilio Vedova, specificando di non essere in grado di garantirne l'autenticità. Avevo fatto partire la base d'asta ad 1 euro e, nel corso dell'asta, c'era chi arrivò ad offrirmene 150. Ad un certo punto mi arrivò la telefonata del signor Fiorin, che mi chiese di vendergli quell'opera perché doveva assolutamente fare un regalo. Io gli risposi che l'asta era ancora in corso, ma lui insistette e mi offrì 410 euro. A quel punto mi accordai per vendergli l'opera a quel prezzo. Ricordo che per telefono mi chiese più volte se era un autentico di Vedova ma io onestamente gli risposi che non ero in grado di garantirglielo perché non ero in possesso di una certificazione ufficiale sulla sua originalità». Al termine dell'udienza, il processo è stato rinviato al 13 giugno per sentire Fiorin, ieri assente e multato di 150 euro.
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