L’elicottero è precipitato a causa della nebbia fitta

La procura la considera la causa primaria della tragedia costata la vita ai piloti Il titolare della Smart dice di non aver autorizzato la presenza del cane a bordo

TRICHIANA. La nebbia come causa quasi assoluta della tragedia di Morgan, nella quale martedì scorso hanno perso la vita i due piloti Felice Faivano e Silvio Botto Steglia. La procura della Repubblica ne è convinta al 90 per cento, benchè resti una minima parte di probabilità che si possa essere verificato un guasto tecnico all’aeromobile. In tal caso, le prime analisi del perito faranno decidere alla stessa magistratura se sia il caso o meno di andare avanti con una consulenza tecnica sul mezzo.

A quanto pare, si tende invece ad escludere il fatto che l’incidente possa essere dipeso da un eventuale imprevisto comportamento del cane che era stato fatto salire a bordo, benchè non autorizzato, e che è morto nello schianto.

La procura l’altro giorno ha sentito il titolare della Smart Elicotteri, Daniele Citro, che chiaramente ha riferito di non aver minimamente autorizzato la presenza del cane a bordo dell’Ecureuil AS350B precipitato martedì mattina.

Nebbia fitta, da non vedere praticamente nulla: è quel che emerge anche dalle riprese effettuate dalla telecamerina che era stata montata a bordo del velivolo e che avrebbe dovuto riprendere probabilmente il lavoro di spargimento delle esche della campagna antirabbica per le volpi, oltre che il volo fino nello Zoldano e ritorno.

La telecamera ha filmato per poco tempo e, come anticipato nei giorni scorsi, si vede solo nebbia attorno al mezzo: circa un minuto di volo da quando l’elicottero s’è alzato da Frontin a quando ha urtato il primo comignolo di una abitazione a Morgan. Poi tutto è accaduto velocemente: l’Ecureuil è precipitato rapidamente nel campo di mais a venti-trenta metri di distanza dallo sporto del tetto della seconda casa colpita.

Del resto, da quando è partito, l’Ecureuil ha percorso poco più di mezzo chilometro per circa dodici metri di dislivello: un mezzo molto valido nel volo a vista, ma martedì non si vedeva proprio nulla. I due piloti a bordo hanno perso l’orientamento e la strumentazione di bordo, abilitata per i voli a vista, non è stata loro di aiuto per venir fuori dalla nebbia: l’eli era sui tetti delle case, quando l’equipaggio ha cercato di scendere.

Faivano e Botto Steglia, i due piloti, sono praticamente deceduti sul colpo: politrauma da quel che è emerso dall’ispezione esterna disposta il giorno successivo dalla magistratura.

Questo un primo quadro più definito dell’inchiesta aperta per disastro colposo e omicidio colposo plurimo.

A Trichiana, intanto, si continua a scavare per ridurre l’inquinamento da cherosene (qualche centinaia di litri) e a cercare di porre rimedio ai danni alle case. (cri.co.)

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