Le quantità dei metalli nobili sono minime ma invogliano

BELLUNO. C'è stato un tempo in cui i ladri si concentravano sulle autoradio. Oggi sembra superato. I malviventi hanno scoperto che in alcuni pezzi delle auto sono contenuti metalli pregati. Nei catalizzatori ci sono platino, palladio e rodio, che possono essere estratti anche se la procedura è lunga e laboriosa. Bisogna infatti spezzare il catalizzatore, arrivare al corpo di ceramica e qui lavorare sulle cellette che costituiscono una sorta di alveare e che contengono le minuscole particelle dei metalli nobili.
Sono pochissime le ditte che lavorano le parti interne dei catalizzatori per rigenerarle, e si trovano in Svizzera e negli Stati Uniti. Il processo di separazione dei materiali richiede tempi molto lunghi: per estrarre il rodio, per esempio, ci vogliono circa otto mesi.
Ciò nonostante, e nonostante le quantità di metalli contenuti nell'alveare siano minime, questi pezzi fanno comunque gola ai ladri, esattamente come il rame che viene estratto dai binari o dalle linee elettriche.
Platino, rodio e palladio servono per consentire al catalizzatore un miglior filtraggio dei gas di scarico delle auto. Il convertitore catalitico, infatti, serve per ridurre le emissioni in atmosfera: i gas nocivi generati dalla combustione passano attraverso il filtro, che viene posto sullo scarico dell’auto, subiscono una trasformazione e vengono rilasciati nell'aria depurati. In questo modo le auto inquinano meno.
I furti dei catalizzatori sono abbastanza diffusi, da qualche anno, in provincia. Del resto un grammo di platino, il metallo più pregiato fra quelli esistenti in natura, vale sul mercato circa 35 euro. Il rodio viaggia attorno ai 25 euro, il palladio sui 18. I catalizzatori ne contengono minime quantità, ma rubandone parecchi i malviventi riescono a raggiungere discrete quantità di metalli. (a.f.)
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