Le eccellenze bellunesi incontrano il pubblico: “San Matteo” fa il botto

Torna dopo tre anni, con un bagno di folla, la vetrina del settore agroalimentare  Formaggi, miele, vino e tanti prodotti della terra negli stand lungo Campogiorgio 
Roberto Curto

/ feltre

Una Fiera che parla di terra, di sapori, di odori e di profumi, di produttori che accolgono i clienti con il sorriso di chi è finalmente riuscito a ripartire. Davvero. Ripartire come la Fiera di San Matteo, tornata a distanza di quattro anni più bella e forte di prima. Difficile dare numeri precisi sulle presenze, ma l’afflusso è stato costante dal mattino fino all’imbrunire. Soprattutto feltrini e dei comuni vicini al mattino, più presenze da fuori al pomeriggio. Qualche espositore ha esaurito lungo la giornata uno o più prodotti. Meglio così. Quel che è finito non si riporta a casa. Tanta gente lungo Campogiorgio, ma anche tante borse piene di prodotti acquistati, di quelle eccellenze che hanno dimostrato ancora una volta di avere nella Fiera di San Matteo una vetrina privilegiata, aiutata, inutile nasconderlo, da una splendida giornata.

Malghe e formaggi protagonisti

Ce ne sono diverse presenti assieme ad altre aziende agricole che puntano sulle produzioni biologiche. E la gente apprezza: assaggia, valuta e acquista. Quinto Marchetti della Cooperativa agricola San Damiano in Valmorel è soddisfatto: «Per i nostri prodotti lavoriamo esclusivamente latte biologico. La nostra filosofia si basa sul benessere dell’animale e nel rispetto del territorio. È la nostra presenza a San Matteo e devo dire che cente ce n’è davvero tanta. È una bella vetrina per farci conoscere».

Anche Silvia Zatta è super impegnata nello stand dove propone i formaggi di malga Maeda sul Grappa, di Malga Vette Feltrine a duemila metri e di Casere dei Boschi, dove c’è l’agriturismo: «Il più richiesto è il formaggio di maggio, il più stagionato. Poi vanno forte anche il Borlach e il Vette Feltrine. Qui a San Matteo proponiamo anche i salumi prodotti recentemente. Giornata molto positiva».

dall’alpago con amore

In cima a Campogiorgio c’è un piccolo scrigno di sapori: quello della società agricola Le Mammole e dietro un invitante banco fatto di biscotti, grissini, gallette e marmellate c’è Sara Zanellato. «Coltiviamo frumento, mele e frutti di bosco in Alpago. Tutto senza alcun trattamento. In più disponiamo di un piccolo laboratorio di trasformazione che ci serve per produrre i prodotti che vendiamo oggi».

L’apertura dell’attività è avvenuta a ottobre 2019, pochi mesi prima che scoppiasse il caos della pandemia: «Non è stato facile partire e talvolta non è semplice fare capire alle persone cosa facciamo. Ma ci piace il nostro lavoro e un po’ alla volta stiamo crescendo. Devo dire che questa fiera è davvero bella, ben organizzata, in uno splendido contesto».

feltrini doc

Carne, insaccati e pollame sono ben rappresentati a San Matteo. Valerio Piccolo e Kim Tommasini, titolari della macelleria in via Bass girano le fiere proponendo le loro specialità, tra cui la sopressa con aggiunta di carne di pecora di Lamon: «In macelleria vengono i nostri clienti storici, che ci conoscono», dice Kim Tommasini, «qui invece arriva una clientela completamente diversa, alla ricerca di specialità e di sapori che abitualmente non può gustare. È gente che vuole portarsi a casa un po’ di eccellenze del territorio. Abbiamo davvero lavorato bene.

Non lontano Nicoletta Bortolin dell’azieda agricola El Puner di Anzù sta servendo una cliente: «Abbiamo venduto tantissimo», dice soddisfatta, «stamattina abbiamo visto soprattutto feltrini, mentre nel pomeriggio abbiamo visto più gente da fuori. Ormai sono otto anni che siamo in attività e la gente ci conosce. Un altra passo avanti lo abbiamo fatto con la parte della gastronomia, nella quale proponiamo le nostre carni già preparate per il consumo».

il vino non può mancare

La provincia si è riscoperta da alcuni anni terra di vini di qualità. Il consorzio viticoltori Alpago è l’esempio di come una passione possa mettere assieme le persone: «Siamo una decina di soci», spiega Attilio Tona, «Tutti hobbisti e produciamo in tutto circa 3.500 bottiglie utilizzando vitigni resistenti. Posso dire che andiamo anche oltre il biologico perché i nostri due vini bianchi non vengono trattati nemmeno con proditti naturali».

Il Consorzio Coste del feltrino è rappresentato da quattro cantine: «Per noi», afferma il presidente Marco De Bacco, «essere alla Fiera di San Matteo significa normalità. Dopo tutto quello che è successo possiamo ritrovare i nostri clienti». —

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